Insulta la ex su muri e social
A processo per atti persecutori

La vittima risiede a Valmadrera: il caso ieri in tribunale I post sono ancora presenti su Facebook, le scritte cancellate

I post sono ancora tutti lì, in bella mostra sulla sua pagina Facebook. Le scritte sono invece state cancellate da tempo, anche se una campeggia in fotografia. Verrà sentito dal giudice Martina Beggio nella prossima udienza del 4 novembre, sempre che possa presenziare dal momento che, stando alle ultime notizie del suo difensore d’ufficio Arveno Fumagalli, avrebbe problemi di salute, l’uomo a processo per le ipotesi di reato di diffamazione e atti persecutori nei confronti di una ex amica, forse qualcosa di più, almeno per lui, ma probabilmente non per lei, secondo le testimonianze rese in aula dalla diretta interessata, in una precedente udienza, e da alcune amiche, ieri mattina. La donna, nel 2017, si era decisa a segnalare alle forze dell’ordine l’uomo che la tormentava: e, infatti, il prefetto lo ammonì. Ma i messaggi sui social non erano cessati, anzi, si erano poi aggiunte anche quelle scritte a caratteri cubitali sui muri, in più punti particolarmente visibili tra Civate e Pescate, in cui - accanto al nome e cognome – troneggiavano epiteti inconfondibili: così, alla seconda denuncia, erano state avviate le indagini della Procura di Lecco scaturite nel procedimento penale. Stando a quanto emerso in aula, i post erano iniziati dopo che l’uomo aveva scoperto che la donna aveva avuto una storia con un altro. Ma per lei, quella era una affettuosa amicizia, non una relazione nella stretta accezione del termine. E lui era gelosissimo. «Uscivamo insieme, nella stessa compagnia, ma lui voleva restare solo con lei – ha spiegato ieri una compagna di lavoro della denunciante -. Era geloso perfino di me, mi aveva detto che non gradiva la mia presenza. Arrivò a farmi paura, quella volta in cui, dopo aver usato parole irriferibili nei confronti della mia amica, era arrivato a dirmi che se avesse avuto una pistola le avrebbe sparato. Io mi sono spaventata e a quel punto ho deciso di non frequentare più entrambi. Volevo starne fuori».

In più di un’occasione, l’uomo avrebbe lasciato fuori dal condominio della donna dei sacchetti, con nome e cognome della destinataria e i soliti epiteti, contenenti biancheria intima. Tra due settimane si potrà – forse – conoscere la versione dei fatti dell’imputato. Se non si presenterà in aula, pubblica accusa e difesa discuteranno e potrebbe arrivare anche la sentenza. n A. Cri.

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