Intimiano, l’ultimo regalo di Bengi
Donati gli organi e un aiuto all’Africa

Ieri il negozio della famiglia Mauri era aperto nonostante la tragica scomparsa di Beniamino nell’incidente in modo di Montorfano. Ma per una nobile causa. Il racconto del papà: «Parte del ricavato all’amico a cui insegnava a fare l’orto: avrà un trattore per coltivare in Togo»

«Era un ragazzo che lavorava, Beniamino. E che aveva due passioni: la campagna e la montagna. Ha potuto donare tutto. Pancreas, fegato, reni, cuore, polmoni, pelle e cornee. Mio figlio non voleva morire. A 25 anni, non si pensa nemmeno a morire. Ora i medici hanno detto che così aiuterà anche alcuni bambini». Martedì. Renato Mauri, il papà di Beniamino, Bengi come lo chiamavano e lo chiamano i suoi fratelli, è nel negozio di via per Cantù, confezioni abbigliamento e calzature, dove lavorava fino a pochi giorni fa anche il figlio, morto in moto dopo l’incidente di domenica mattina, a Montorfano, di ritorno da messa. C’era anche la sorella. Dietro, in auto, è arrivata poco dopo, e ha visto Beniamino in terra.

In negozio c’è papà Renato, c’è anche la moglie e la mamma di Bengi, che non riesce a parlare. Si affaccia al bancone un fratello. Per tutti, forse, parla soprattutto il cartello, affisso sul vetro della porta di ingresso. «Oggi aperto - si leggeva ieri, dopo la chiusura a lutto di lunedì - Il 20% dell’incasso delle vendite sarà dato all’amico di Beniamino, Abdoul, per aiuto acquisto trattore agricolo in Togo, Africa». Gesti di solidarietà. Nella riservatezza tipica della famiglia Mauri.

I servizi su “La Provincia” di mercoledì 12 dicembre 2018

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