La Biblioteca ha 350 anni
Porte aperte per centomila

Fu istituita nel 1663 con il lascito del giurista Francesco Benzi. Mostre e conferenze per celebrare un riferimento culturale unico

Nel 1663 si avvertivano ancora gli echi della grande peste descritta dal Manzoni e il paesaggio comasco era proprio quello che si può leggere ne “I promessi sposi”, scritti, peraltro, due secoli dopo.

Ma quando Don Lisander dà alle stampe il suo capolavoro, in questo ramo del lago di Como c’è già, e da tempo, una biblioteca. Ricorrono i 350 della sua esistenza, una ricorrenza che verrà festeggiata idealmente con i 100mila utenti che si rivolgono attualmente alla biblioteca con numerose iniziative a partire da giovedì.

Risale al 1663, infatti, il lascito testamentario del giurista Francesco Benzi che diede vita all’istituzione che, in principio, trovò spazio vicino al “Collegio dei nobili giureconsulti”, in corrispondenza di quella che oggi è la ex sede della Circoscrizione 7. Fu Alessandro Volta, nella seconda metà del Settecento, a insistere con il governatore del Lombardo Veneto Carlo Firmian perché la dotazione si incrementasse con le opere scientifiche e, dopo la Rivoluzione francese, vengono acquisiti anche i fondi librari delle corporazioni religiose soppresse.

Nel 1811, due anni prima dell’inaugurazione del bicentenario Teatro Sociale, la biblioteca si ricolloca nell’attuale liceo Volta (l’aula Benzi, dedicata al giurista, conserva ancora bellissimi volumi antichi) mentre per arrivare alla sede attuale, connessa a Palazzo Odescalchi, bisogna attendere il 1969.

Tutte particolarità rievocate ieri dall’assessore alla cultura Luigi Cavadini assieme a Chiara Milani responsabile scientifico, e a Licia Viganò, responsabile amministrativo, per illustrare gli appuntamenti che saranno inaugurati, giovedì, da una conferenza alle 18 con Piero Innocenti, già direttore del dipartimento di Storia e Culture del testo alla facoltà di Beni culturali dell’Università della Tuscia. Altri appuntamenti il 19 con “Vestiti per incantare”, incontro sulle legature preziose con il bibliofilo Federico Macchi, il 9 con una conferenza su “Alessandro Volta e le lettere elvetiche di Giambattista Giovio” e il 20 dicembre un ultimo incontro sulla “sorella maggiore”, ovvero la Ambrosiana di Milano, fondata pochi anni prima della biblioteca comasca.

In mostra gli archivi, documenti inediti, da giovedì al 26 novembre, poi “Testimoni della storia” dal 27 novembre al 18 dicembre e, infine, “Libretti d’opera, spartiti e partiture ” dal 20 dicembre al 22 gennaio. Inoltre una conferenza – concerto il 29 novembre in occasione del terzo centenario della morte di Livio Odescalchi, impresario teatrale e “padrone di casa” e non mancheranno iniziative per i bambini. I numerosissimi messaggi d’auguri recapitati alla biblioteca non verranno solo esposti, ma, ha detto Cavadini, saranno anche raccolti in volume.

Alessio Brunialti

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