La città fa acqua dappertutto
ma nessuno si prende la colpa

Buche, pozzanghere e allagamenti. L’assessore: eccezionale solo la pioggia

L’altro giorno, sono spuntati addirittura due arcobaleni; ieri s’è affacciata una striscia d’azzurro, ma le nuvole di piombo e i rovesci più o meno violenti non hanno lasciato il territorio comasco ormai ridotto ad una grande piscina. «Gli scarichi sono pieni d’acqua, non ne ricevono più neppure una goccia. C’è solo da ringraziare il cielo che gli effetti siano limitati a questi: da altre parti, alluvioni e frane. Da noi, strade come torrenti: significa che, finora, abbiamo il territorio sotto controllo», dice l’assessore Fulvio Caradonna. Respinge le osservazioni sugli allagamenti e prima di tutto smentisce che il cantiere delle paratie abbia subito danni. Impossibile far l’elenco delle strade ancora in grado di assorbire acqua: lungo il girone e in tangenziale, in via Paoli e in via Bellinzona, in Piazza Roma e in via Rosselli, nei quartieri periferici e nelle vie dello shopping, le automobili sono costrette a fare "splash" sui pedoni, perché non possono spostarsi più in là dove si sta già spostando chi proviene in senso opposto. E’ vero che la medesima situazione è in corso in tante città. Ma Como è sempre stata la città della pioggia: non si potevano prevedere tubi più larghi e tombini più capienti? «La forza dell’acqua è stata incontenibile - prosegue l’assessore - basta pensare che sono caduti fino a cento litri per metro quadrato concentrati in poco tempo. Abbiamo assistito a due nubifragi in 24 ore, a novembre. Niente ha capacità per tanta acqua in così breve tempo. Qui non è questione di foglie o di detriti che fanno da tappo e quindi da diga. Qui è solo acqua».

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