La jihad in Lombardia
contro i siriani cristiani

La Digos ha ricostruito decine di attacchi nella nostra regione, ad opera di fondamentalisti siriani residenti anche nel Comasco e in Brianza. Secondo l’Espresso gli autori sono stati identificati, ma ora sono in Siria a combattere

Tra il 2011 e il 2012 sono state commesse tra Milano e Roma più di 20 azioni violente di matrice jihadista: ferimenti, aggressioni, pestaggi, danneggiamenti, devastazioni, minacce e intimidazioni ai danni delle minoranze politico-religiose più perseguitate dalle milizie islamiste in Siria, i cristiani. Lo rivela un’indagine avviata dalla polizia e dai magistrati anti-terrorismo di Milano, che viene ricostruita in un articolo del settimanale «l’Espresso» in edicola venerdì.

In particolare la Digos ha ricostruito decine di attacchi contro i cristiani siriani in Lombardia, ma gli aggressori sono partiti per la guerra. Da quanto è esploso il conflitto in Siria, scrive l’Espresso, le forze di polizia occidentali hanno cominciato a sorvegliare le partenze degli estremisti verso i fronti di guerra. A Milano la Digos ha messo sotto controllo, in particolare, un gruppo di siriani residenti da anni tra Milano, Como (in particolare nel Canturino) e Monza: spariti dall’Italia, sono ricomparsi, mitra in pugno, in una serie di foto e video pubblicati su Internet tra febbraio e luglio del 2012. Solo a quel punto la polizia, ricostruendo le loro precedenti attività in Italia, ha scoperto che quegli stessi jihadisti siriani avevano già colpito, segretamente, anche a casa nostra.

L’unica azione visibile si è svolta nella notte del 10 febbraio 2012 nel centro di Roma: un plotone di oppositori siriani ha dato l’assalto all’ambasciata di Damasco, che è stata occupata e devastata. Ma nei mesi successivi le indagini hanno scoperto altre azioni violente. Tra le vittime, due siriani di fede cristiana, che gestivano un bar a Cologno Monzese. Il loro locale è stato devastato nell’estate 2011 da un commando di oltre trenta uomini armati di bastoni e spranghe di ferro. Sulla saracinesca è poi comparsa una scritta in arabo: «Per tutti i siriani: quelli che sono a favore del presidente devono stare attenti. In Siria ci penseremo noi. Quelli che ammazzano nel jihad, vivono con Dio». Dopo mesi di indagini, conclude l’Espresso, la Digos ha smascherato gli esponenti più violenti del gruppo jihadista milanese. Ma a quel punto erano già partiti tutti per la guerra. Uno dei più sanguinari è stato identificato in due video-choc, girati in Siria nel maggio 2012 con il mitra a tracolla, si è fatto riprendere con un plotone di uomini armati, mentre uccidevano con un colpo alla testa sette prigionieri di guerra, legati e torturati.

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