«La linea ferroviaria non è sicura
Riaprite l’indagine su nostro figlio»

Dopo l’incidente a Inverigo 28 marzo i genitori di Diego Andreani, travolto al passaggio a livello di Pomelasca a Inverigo nel 2013, fanno appello al ministro Toninelil e al presidente della Regione Fontana

Hanno depositato in Procura una nuova perizia tecnica per riaprire il caso. E si appellano al ministro Danilo Toninelli e al presidente della Regione Attilio Fontana per trovare finalmente la verità e, forse, la pace.

Il caso, come freddamente lo si definisce in cronaca o nelle aule di tribunale, è la morte di Diego Andreani, 20 anni appena, una vita terminata contro un treno lungo la Milano-Asso, a Pomelasca, il 22 dicembre del 2013.

Per mamma Roberta e papà Dario è come non fosse passato neppure un giorno da allora e non si arrendono nel chiedere che sia fatta chiarezza sulle cause che portarono a quell’incidente fatale. Una prima indagine aveva archiviato il caso parlando di incidente causato da un’imprudenza del ragazzo, che avrebbe attraversato i binari nonostante le barriere fossero abbassate.

La famiglia però non ha mai creduto a questa ricostruzione, ed è fermamente convinta che le sbarre fossero alzate. Oggi ancora di più, anche se di archiviazioni ne sono arrivate due, nel 2014 e nel 2017.

«Una nuova consulenza tecnica sui dati a suo tempo forniti da Trenord - dicono - ha ora appurato l’insanabile incoerenza degli stessi, tanto che, stando a questi dati, il treno si sarebbe fermato addirittura prima del passaggio a livello dove invece Diego è stato mortalmente colpito dal convoglio».

«L’ipotesi che questa si sia verificata a causa dei problemi tecnici di quella linea ferroviaria - sottolineano -, della vetustà e della mancanza di manutenzione ed interventi di adeguamento sembra trovare conferma nel comunicato sindacale emesso a seguito del disastro ferroviario del 28 marzo ultimo scorso, in cui si denuncia proprio l’inadeguatezza tecnica della linea e, nello specifico, la mancanza di un sistema di controllo della marcia del treno».

© RIPRODUZIONE RISERVATA