«La Variante uno scempio?
Ma il traffico è pure peggio»

Numerose in Tremezzina le repliche al Soprintendente sul “no” al progetto. Rovelli (Comitato pro Regina): «Basta con la tutela di ulivi che non ci sono»

Il ragionamento è semplice, pur nella complessità di una situazione - quella in cui si trova l’iter progettuale della variante della Tremezzina - all’interno della quale le parole del Soprintendente Luca Rinaldi (sabato scorso l’intervista esclusiva a “La Provincia”) hanno avuto un effetto deflagrante.

Il ragionamento, si diceva, è questo: prima di parlare di“territorio ferito” - tutti concetti riferiti al tracciato della variante, 9,8 chilometri, di cui 8,1 in galleria - per un’opera che ancora non c’è, si pensi a tutelare ciò che già c’è sul territorio e il cui futuro è compromesso da volumi di traffico ormai fuori controllo.

L’esempio più calzante è quello del celebre campanile della Chiesa di Santa Maria Maddalena a Ospedaletto di Ossuccio, tra i simboli del lago di Como nel mondo, per il quale nelle ultime ore è partita una robusta campagna di mobilitazione sui social network finalizzata a “salvaguardarlo dai mega-Tir” (e più in generale dal traffico pesante) che quotidianamente transitano lungo la Regina.

Accanto alla mobilitazione sui social network c’è quella del Comitato Pro Statale Regina, “sul pezzo” ormai dal lontano ’96 per vigilare sul futuro della statale Regina (gli ultimi dieci dei quali dedicati alla variante della Tremezzina).

«In settimana riuniremo il Direttivo del Comitato per valutare il da farsi. Non escludiamo un’iniziativa - l’ennesima - forte. Le parole del Soprintendente, nel merito, sono inaccettabili - attacca Sergio Rovelli, combattivo presidente del Comitato Pro Statale Regina -. Siamo i primi difensori dell’ambiente nel quale viviamo. E per questo non accettiamo lezioni, soprattutto se come termine di paragone viene utilizzata la Statale 36».

E aggiunge: «La Soprintendenza punta il dito contro un’opera che è ancora sulla carta, ma non mi sembra si stracci le vesti per alcune iniziative private che si commentano da sole. Ripeto ciò che vado dicendo ormai da mesi: il overno dia un segnale forte e con i ministri Del Rio e Franceschini sblocchi quest’opera che un intero territorio reclama ormai da troppo tempo».

«Altrimenti - conclude - continueremo a ragionare di ulivi da estirpare sulla carta, che nella realtà poi non esistono. La gente del lago è stufa di code, rinvii, intoppi burocratici e di sentirsi dire che “la prossima” sarà la volta buona».

© RIPRODUZIONE RISERVATA