L’addio a Felli, il dj del lago
«Artista amato da tutti»

Lo chiamavano dj Felli ed era un personaggio conosciuto da tutti. È morto a 59 anni.

Una marea di messaggi di cordoglio apparsi sui social network testimoniano di quanti amici e quanto affetto aveva saputo circondarsi Gianfranco Felli, che grazie alla sua innata passione per la musica era diventato un personaggio notissimo in tutto il territorio lariano.

Un malore improvviso se l’è portato via, nonostante i tentativi disperati di tenerlo in vita da parte dei medici.

Era originario della provincia di Taranto e aveva vissuto da ragazzo a Lenno e abitava con la moglie Giuliana e il figlio Michele a Corrido. La musica ce l’aveva nel sangue, fin da ragazzo, e la sua impareggiabile conoscenza musicale lo rendeva un intrattenitore unico.

Innumerevoli le serate a lui affidate nei locali del Centro e Alto Lario, con la simpatia e le doti umane che contribuivano ad accrescerne la stima e l’affetto da parte del pubblico. Felli era un tipo un po’ alternativo, con le sue idee e un’indiscussa coerenza di fondo: «Gianfranco era soprattutto un buono - dice di lui Giambattista Bordoli, che a Lenno abitava vicino - . Una persona rispettosa e dai valori profondi. Sono stato anche suo compagno di scuola alle superiori e non posso non ricordare la sua smisurata passione per la musica».

Felli, con la sua musica, era sempre in prima fila anche per iniziative di solidarietà e si dava molto da fare per coinvolgere i giovanissimi. Ha animato per anni con la sua musica le feste di paese, delle associazioni del territorio ed è stata una delle voci della “Zoca de l’Oli”, la celebre discoteca di Ossuccio affacciata sull’isola Comacina cantata anche da Davide Van De Sfroos in una delle sue canzoni. Voce roca, ampio cappellino sempre calato sul volto, dj Felli era un’isitituzione in campo musicale, già a partire dagli anni ’70.

A portarselo via un aneurisma fulminate, che nel pomeriggio di martedì non gli ha concesso scampo. I funerali giovedì alle 15 nella parrocchiale di Mezzegra.

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