L'appello del Carducci ai giovani:
"Fatevi avanti, o l'istituto morirà"

Restano 500 iscritti contro i 4000 dei tempi d'oro. Nelle aule vuote l'eco di cento anni di storia: da qui sono passati scienziati e letterati compresi molti premi Nobel

Guarda sconsolato il quadro sullo scalone, con le foto storiche dell’Istituto Carducci e i numeri che poteva vantare nell’anno 1924-25: «3907 soci quando Como aveva 50mila abitanti - sottolinea Mario Orlandoni, da vent’anni presidente del sodalizio di viale Cavallotti -. Oggi arriviamo si e no a 500. E pian piano se ne vanno naturalmente. Capisce cosa voglio dire?». Già, allude alla naturalezza della morte, che ogni tanto screma il sempre più risicato elenco degli iscritti. Sotto l’amarezza dei toni, si cela un appello appassionato: ai giovani che non si accontentano «della tv, del calcio, di fare ponti e ponticelli sulla neve» - tutti "nemici" che secondo Orlandoni avrebbero influito in maniera determinante sul declino del Carducci - ma vogliono impegnarsi per diffondere la cultura. L'Istituto, che in 98 anni ha ospitato premi Nobel e grandi letterati, continua a proporre concerti e conferenze, ma il pubblico è poco. E le aule al primo piano sono sottoutilizzate. Chi ha voglia di darsi da fare per rilanciarlo, si faccia avanti.
Pietro Berra

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