«Ticosa, triplicati i costi di bonifica»

Il presidente della commissione urbanistica: «E i tempi saranno raddoppiati, ci vorrà un anno»

Una nuova tegola si abbatte sulla Ticosa. La bonifica del sottosuolo dell’area occupata dalla vecchia tintostamperia rischia, come denuncia Mario Lucini (Pd, presidente della commissione Urbanistica), di diventare salatissima per le casse di Palazzo Cernezzi oltre che molto più lunga del previsto.
Andiamo con ordine. All’inizio di ottobre l’amministrazione comunale aveva comunicato il via libera al piano per la bonifica del sottosuolo stilato sulla base del rapporto della società "Environ" a cui Palazzo Cernezzi aveva affidato le analisi: sei mesi di lavoro per una spesa (a carico del Comune di Como, come previsto dalla convenzione sottoscritta con la società Multi, che ha acquisito l’area) di un milione e 355mila euro. In pratica gli Enti competenti hanno previsto scavi di sezione di 13.525 metri cubi che, una volta estratti, hanno un volume pari a circa 16mila metri cubi. Per rendere un’idea visiva, il cumulo di detriti contenenti amianto in varietà crisotilo avevano un volume di 4mila metri cubi, un quarto di quello che andrà rimosso nei prossimi mesi.
Ora però, l’ennesima doccia fredda. Il consigliere Lucini denuncia infatti l’esito delle osservazioni inviate in Comune dalla società Multi che, nei mesi scorsi, aveva a sua volta commissionato a un’azienda (Sinesis) una serie di analisi con l’obiettivo di chiarire gli inquinanti presenti nel sottosuolo.

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