L’autopsia sul neonato di Ballabio
La sorellina affidata a parenti

Il magistrato indaga su due diverse ipotesi di reato, omicidio volontario per i genitori. Per i medici omicidio colposo: ma sarebbe una strategia per avere un ampio margine d’azione

Ai tre specialisti nominati dalla Procura di Lecco si sono aggiunti altri tre medici, ieri pomeriggio all’ospedale di Lecco, per l’esame autoptico sul corpicino del piccolo Liam, il neonato di soli 28 giorni trovato esanime nella sua culla la mattina del 15 ottobre scorso.

Ma non è questa l’unica novità sul fronte della triste vicenda che ha scosso l’intera comunità dio Ballabio: per esigenze investigative e a tutela di tutte le parti in causa, la sorellina maggiore del bimbo, che ha da poco compiuto un anno, è stata affidata alle cure di parenti, con la possibilità da parte dei genitori di visite quotidiane.

Il sostituto procuratore della Repubblica di Lecco Cinzia Citterio sta infatti indagando a 360°, su due diverse - e in parte anche antitetiche - ipotesi di reato per le cinque persone raggiunte lunedì mattina da avviso di garanzia: omicidio volontario per i genitori e omicidio colposo per i tre medici dell’ospedale Manzoni di Lecco che curarono il piccolo Liam nel corso dei due successivi ricoveri.

Il fatto che le ipotesi di reato differiscano, in assenza peraltro di provvedimenti restrittivi della libertà personale, viene letta come uno stratagemma investigativo per consentire al magistrato inquirente di avere il margine di azione più ampio possibile, in assenza di elementi di effettiva evidenza che possano far propendere per una morte causata da un atto violento. Che, anzi, all’esito degli accertamenti investigativi svolti finora, resta l’ipotesi più remota.

L’articolo completo su La Provincia in edicola mercoledì

© RIPRODUZIONE RISERVATA