Le maestre con gli studenti
Mille al corteo anti Gelmini

Sciopera l'80% dei prof, tante scuole chiuse. Banditi i simboli politici, ma compaiono scritte anarchiche sulla stazione
L’istituto storico riprende tutto: «È una generazione che non si fida di nessuno»

Sono le 9.30. Il corteo degli studenti si è appena messo in moto e via Sirtori è un unico fiume di teste, e di ombrelli, fino al piazzale Gerbetto. Mille e 700 persone, secondo gli organizzatori, tra le 500 e le 600 per la Digos. Verosimilmente un migliaio.

«1 popolo ignorante è + facile da comandare», ammonisce una scritta vergata con la bomboletta spray sulla stazione di Como Borghi, corredata di un «No 133» (ovvero il decreto, ora legge, Gelmini) e dal simbolo dell’anarchia. È il primo di molti slogan che scandiranno due ore e mezza di sfilata. Il più creativo è uno striscione del «Carcano»: «Seti... diverti taglia questa» con una «scuola pubblica» tratteggiata, pronta per le forbici del ministro Gelmini. È lei, l’avvocatessa bresciana divenuta titolare della Pubblica istruzione, il bersaglio prediletto degli studenti: «Ricercata la Gelmini / la taglia è di 8 miliardi» recita uno striscione. Ma lo slogan che più suscita entusiasmo, e ilarità, tra i manifestanti è inventato cammin facendo da un rappresentante e subito ripetuto in coro: «Gelmini puttana / l’hai fatto per la grana». Alla scurrilità fa da contrappeso il cartellone innalzato da due studentesse: «Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie». Ungaretti al posto del "Che" Guevara che ha contraddistinto decenni di cortei: è una delle novità che contraddistnguono questa manifestazione. O forse, questa generazione.  

«Né rossi né neri, ma liberi pensieri» è, non a caso, un altro degli slogan che hanno segnato la mattina. Un concetto rimarcato in particolare da Davide Scardillo, già tra gli occupanti del «Giovio», dove frequenta la 4ª A: «La scuola desiderata dagli studenti è una scuola lontana dalla politica - dice, e appena, tornato a casa, scrive perché il concetto non si perda -; la scuola è istruzione, formazione e non un subdolo mezzo per racimolare qualche voto in più alle elezioni. Negli ultimi anni Destra e Sinistra si sono alternate al Parlamento e,  ad ogni cambio di governo e di ministri, anche la scuola ha dovuto subire nuove riforme. Invece di giocare al "gioco degli opposti" i nostri politici dovrebbero unirsi per progettare una nuova riforma che sia valida e funzionale e, soprattutto, che venga portata avanti in qualsiasi circostanza».

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