Libeskind, il referendum non si farà. Lo ha deciso la giunta

L’esecutivo ha deciso che non ci sono i presupposti per l’indizione della consultazione popolare sull’opera dell’archistar

«Profili di illegittimità e rischi di responsabilità contabile». Il Comune di Como ha comunicato con una nota di poco fa le motivazioni alla base della decisione della giunta di non indire il referendum chiesto da Alessandro Rapinese (Adesso Como) e da più di 4.478 comaschi. Nel dettaglio la domanda era: «Vuoi che venga installato il monumento Life Electric sulla diga foranea Piero Caldirola?”

Dal Comune hanno fatto sapere che «alla base della decisione dell’esecutivo, figurano le relazioni di Antonella Petrocelli, segretario generale di Palazzo Cernezzi fino allo scorso maggio e quella del nuovo segretario Tommaso Stufano. Tali atti evidenziano, oltre al fatto che i lavori sono stati aggiudicati e che è stato contrattualizzato l’impegno tra le parti per la sponsorizzazione, la circostanza dell’intervenuta posa del monumento stesso. Il consiglio comunale, inoltre, con l’approvazione della variazione di bilancio nel novembre 2014, ha approvato l’inserimento dell’intervento di posa del monumento negli strumenti di programmazione. Da qui, l’illegittimità (alla luce anche di orientamenti giurisprudenziali relativi all’indizione di referendum con uno stato avanzato di attivazione/esecuzione dell’opera) , la dispendiosità (180mila euro la spesa prevista per le operazioni referendarie) e l’intempestività della consultazione, visto, appunto che il monumento è già stato posato».

«La verità è che nessuno ha voluto ascoltare il popolo - dice Rapinese - Migliaia di comaschi sono stati umiliati. Avrebbero potuto metterla altrove, non hanno voluto. Ne riparleremo alle elezioni del 2017».

© RIPRODUZIONE RISERVATA