L’imprenditore in affari con l’Iran
su cui indaga anche l’Fbi

Como crocevia di un intrigo internazionale tra Washington e Teheran. L’uomo arrestato dalla finanza per un sospetto giro di materiale bellico

Da Quantico a Como per indagare sugli affari di Craig Russo Soroudi, imprenditore iraniano americano d’adozione, da anni residente in città e arrestato nei mesi scorsi dalla Guardia di finanza con l’accusa di aver fatto parte di un gruppo molto attivo nel commercio di materiale cosiddetto “dual use” con l’Iran, ovvero di materiale potenzialmente innocuo ma che potrebbe essere utilizzato anche in campo bellico.

Secondo quanto rivela in un articolo pubblicato oggi il settimanale L’Espresso, sull’uomo d’affari con solidi radici a due passi dal centro storico di Como l’Fbi avrebbe in corso un’inchiesta per «sicurezza nazionale». Craig Russo sarebbe legato a un «presunto tentativo di acquisire informazioni riservate degli Stati Uniti» da passare poi «all’Irgc, l’Islamic Revolutionary Guard Corps», ovvero i pasdaran, fedeli all’ayattolah, la guida suprema dell’Iran.

Quello che emerge dall’intreccio del lavoro dell’Fbi e - soprattutto - del fascicolo aperto dalla Procura di Milano sulla base di un’inchiesta del nucleo di polizia tributaria di Como, è una complicatissima storia di vendita di elicotteri civili trasformati poi in apparecchi da combattimento, di sofisticate apparecchiature wireless per comunicazioni criptate e di giri di decine di milioni di euro.

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