L’intimidazione e poi il delitto
Carugo, usate due pistole diverse

Gli autori degli attentati minatori potrebbero non essere gli assassini

L’auto usata per l’agguato mortale forse è stata rubata a Bovisio Masciago su ordine dei killer

La pistola che ha ucciso Alfio Vittorio Molteni due mesi fa non è la stessa che, mesi prima, era stata utilizzata per riempire di fori la tapparella di casa e di terrore la vita del professionista con studio a Mariano Comense e casa a Carugo.

Di per sé il dato - emerso dalle analisi dei Ris dei carabinieri sulla comparazione dei proiettili recuperati dal nucleo investigativo di Como - non fornisce alcuna certezza, se non quella di quanto sia facile in certi ambienti malavitosi procurarsi un’arma.

Ma un sospetto, quello lo fornisce: e cioè che gli uomini che hanno lanciato un avvertimento sventagliando 8 colpi di pistola contro la facciata dell’abitazione dell’architetto possano non essere gli stessi che, a ottobre, hanno ucciso il professionista che avevano il compito di spaventare. Il che significa che erano in tanti ad avercela, molto probabilmente per interposta persona, con Molteni.

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