Lotta all’evasione
Como non si muove

Dal Governo meno di 2mila euro al Comune per il contributo a scovare gli evasori. Meglio Cantù: 11 mila euro. L’ammontare del “premio” è un terzo delle somme recuperate grazie alle segnalazioni provenienti dagli enti locali

È di 1.991,53 euro l’ammontare del contributo del Ministero dell’Interno al Comune di Como per la sua attività di recupero dell’evasione fiscale. Il provvedimento che dispone lo stanziamento risale ai primi di settembre ma l’attività di accertamento, fiscale e contributiva, è quella svolta dall’ente nel corso del 2017. In tutta Italia la medaglia d’oro se l’è aggiudicata il capoluogo lombardo, Milano, che, sulla base delle segnalazioni inviate, ha ricevuto un premio di 1 milione e 308.977,12 euro. Nessun’altra città ha raggiunto la soglia del milione di euro, tant’è che al secondo posto troviamo Genova con 967mila euro, poi Prato con 751mila euro, Torino con 518mila euro e Bergamo con 505mila euro. La capitale d’Italia, Roma, si è fermata a 144mila euro.

Tornando in Lombardia e scorrendo l’elenco dei comuni in provincia di Como, oltre al capoluogo, troviamo Cantù (11.096,89 euro il contributo erogato), Lomazzo (100 euro), Mariano Comense (1.353,89 euro) e Rovello Porro (484,46 euro). Quanto ai capoluoghi di provincia lombardi, abbiamo Bergamo che, come detto, ha incassato 505.447,56 euro, Brescia 96.615,85 euro, Cremona 108.073,00, Lodi 100 euro, Milano 1.308.977,12 euro, Mantova 8.946,61 euro e Pavia 6.670,42 euro.

Il premio è erogato se le segnalazioni sugli accertamenti fiscali e contributivi danno esito positivo e spesso le pratiche possono avere tempi anche lunghi. A monte di tutto, il Comune deve però aver stipulato con l’Agenzia delle Entrate un’apposita convenzione. Il Comune di Como, ad esempio, la stipulò nell’ottobre del 2010 e il documento fu firmato dal sindaco Stefano Bruni e dal direttore provinciale dell’Agenzia Michele Garrubba. L’Agenzia, da parte sua, aveva messo a disposizione di Palazzo Cernezzi, attraverso il canale telematico Siatel, informazioni relative a dichiarazioni dei redditi, registrazioni di atti, dichiarazioni di successioni e utenze. Incrociando queste informazioni con i dati già in proprio possesso (ad esempio quelli relativi alla Tari, all’Irpef, alle richieste di agevolazioni per i servizi comunali, all’Isee, al Catasto, alla residenza) gli uffici comunali possono disporre accertamenti su presunti casi di evasione fiscale.

È sulla base delle segnalazioni inviate e confermate dai successivi controlli che gli enti ricevono un contributo - generalmente pari al 33% del riscosso - per le maggiori somme recuperate. Proprio due giorni fa, il vicepremier Luigi Di Maio, ha annunciato che nel decreto fiscale, atteso per fine mese, «verrà previsto il carcere per chi evade».

© RIPRODUZIONE RISERVATA