«Lubitz era a rischio suicidio ed era in terapia»

Aereo caduto in Francia, le affermazioni della procura di Düsseldorf: ma il trattamento era concluso prima della concessione della licenza di volo

Andreas Lubitz, il copilota del volo Germanwings schiantatosi sulle Alpi francesi, prima di iniziare la carriera professionale di pilota era stato classificato come ’’a rischio suicidio’’ ed era per questo in terapia. Lo ha reso noto la procura di Dusseldorf, svelando l’ennesimo aspetto sconcertante della vicenda.

Il trattamento psicoterapeutico era stato comunque concluso prima dell’inizio del percorso che lo ha portato alla licenza di volo professionale, ha precisato ancora il portavoce parlando durante un incontro con la stampa convocato in procura nella città tedesca.

Dai documenti relativi alle ultime visite mediche di Andreas Lubitz, il copilota del volo 4U9585, non è emerso «né un istinto suicida, né il fatto che potesse essere un pericolo per gli altri» Lo ha reso noto la procura di Dusseldorf, secondo cui allo stato attuale delle indagini «Non sono nemmeno emerse prove di una malattia organica» Gli investigatori, al momento, non hanno ancora trovato elementi utili a indicare un movente specifico per il suo gesto.

A pochi giorni dal disastro di Germanwings, inizia il palleggio delle responsabilità. Stando all’Istituto federale tedesco Luftfahrt-Bundesamt, il certificato di idoneità di volo di Andreas Lubitz nel 2014, e quindi quello ancora valido al momento della catastrofe, è stato rilasciato dall’Aeromedical center della Deutsche Lufthansa di Monaco. Ma la compagnia di volo reagisce: Lufthansa ha tre centri aeromedici, ma non ha comunque accesso agli atti. Alla fine sa soltanto se un pilota è idoneo o no, sostiene il portavoce, e l’idoneità prevede comunque il consenso dell’ufficio federale del Luftfahrt-Bundesamt (Lba).

La caccia alla verità è, comunque, appena iniziata. E sarà la magistratura, ovviamente, a dire l’ultima parola sulle responsabilità di questo caso che segna la pagina più nera nella storia della compagnia tedesca. E’ d’altronde sempre più chiaro che Andreas Lubitz, in possesso di un certificato di idoneità al volo, avesse disturbi psichici di un certo rilievo: sempre Bild am Sonntag ha riferito di un distacco di retina (con un calo della vista del 30%, stando a Le Figaro) che potrebbe anche essere stato di natura psicosomatica. Inoltre, sempre stando al tabloid, in casa del giovane Lubitz sono stati trovati psicofarmaci non aperti, e medicine contro sintomi da sindromi maniaco-depressive. Tutti elementi, per ora non confermati dagli inquirenti, che fanno propendere per la tesi di un ragazzo colpito da seri problemi di salute, che avrebbe osato il suo gesto anche per paura di perdere il lavoro, e proprio in vista dei nuovi controlli medici (i piloti devono sottoporvisi ogni anno) del prossimo giugno. L’inchiesta non tralascia comunque l’ipotesi di un guasto tecnico, come ha detto oggi il capo degli inquirenti francesi operativi a Duesseldorf. Mentre il procuratore francese Robin, ha negato che sia stata ritrovata parte del corpo di Lubitz: abbiamo solo tracce di Dna delle vittime, ha detto. E’ stata infine ancora la Bild am Sonntag a rivelare le ultime drammatiche parole del comandante a bordo dell’aereo maledetto: «Apri questa maledetta porta!», lo si sente urlare nella registrazione della scatola nera. Il pilota si era assentato per andare in bagno lasciando il comando dell’aereo a Lubitz, che una volta rimasto solo si è barricato in cabina fino al disastro. «Adesso puoi prendere tu il comando», gli aveva detto il comandante prima di uscire dal cockpit. Si cerca ancora, comunque, anche la seconda scatola nera, fondamentale per capire tutta la verità.

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