Ma <Che tempo che fa>?
Dal 2009 lo dirà il Baradello

A fine restauro nel castello previsti una centralina meteo e Internet

Chi immagina di trovare - al Castello Baradello “impacchettato” - i muratori con il cappellino di carta da giornale in testa e la carriola con il cemento è fuori strada. La ristrutturazione della Rocca del Barbarossa è in mano a un gruppo di specialisti in tuta bianca, che dai primi di aprile la stanno piano piano riportando al suo splendore. Ma il cantiere riserva una novità. Da ieri infatti nell’area sottostante la torre medievale, nei pressi della cosiddetta Palazzina del Duca, sono iniziati gli scavi archeologici, per cercare di ricostruire e datare le strutture esistenti per capire meglio come funzionava il sistema di fortificazione della città del quale il Baradello era il perno.
I primi colpi di piccone sono stati dati ieri, alla presenza del direttore dei Musei civici Lanfredo Castelletti, dell’assessore alla Cultura Sergio Gaddi e del collega alle Grandi opere Fulvio Caradonna, sotto l’occhio esperto di Giampietro Brogiolo dell’Università di Padova, che guida un gruppo di studenti dell’Università dell’Insubria e dell’Università di Padova.
Gli scavi, che dureranno tre settimane, sono eseguiti in regime di concessione ministeriale assegnata ai Musei civici, sono sostenuti economicamente dal Parco regionale Spina verde e da un paio di “sponsor” privati,  per un costo stimato di 8 mila euro. La valutazione prevede, oltre ai saggi di scavo, anche una prospezione dell’area utilizzando il Gpr (Ground Penetrating radar). Il tutto, come ha sottolineato Gaddi, «per arrivare a nuovi approfondimenti storici, fondamentali per la costruzione dell’identità della città futura».

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