Cronaca
Martedì 26 Agosto 2008
Mangiar bene. Spendendo solo 20 euro
Il gourmet: <Menù vecchi di quarant'anni, eppure anche a Como c'è spazio per una cucina di qualità>
«Con venti euro in tasca ormai posso andare solo in pizzeria». L’affermazione non fa una piega. Bastano pizza, birra e dessert: venti euro volatilizzati. E con la stessa cifra, che cosa si può mangiare in un grande ristorante? Domanda curiosa, risposta altrettanto curiosa da parte dello chef Mauro Elli: «Con 20 euro un cliente può tranquillamente gustarsi uno dei nostri primi piatti. La qualità si paga, ma non sempre i prezzi dei locali di alto livello sono astronomici. Noi ci aggiriamo intorno ai 60, 70 euro e credo che sia una cifra giusta». Sulla stessa lunghezza d’onda Carlo Vischi, direttore della divisione Gusto della casa editrice Gribaudo: «La qualità delle materie prime utilizzate ha un peso, ma si paga soprattutto il servizio. Forse - dice - il problema è che nel nostro Paese non siamo abituati a spendere per l’alta ristorazione».
Di qualità della ristorazione si è parlato anche ieri sera, durante uno degli incontri di «Parolario». A margine del dibattito, il direttore dell’istituto alberghiero «Brera», Franco Soldaini, si è soffermato sulle criticità del settore gastronomico lariano: «Il pesce di lago non manca, pertanto ci sarebbe la possibilità di proporre cento piatti diversi - ha rimarcato - Invece molti si ostinano a proseguire con un menù identico a quello di quarant’anni fa. Il turismo gastronomico può entrare a far parte del “pacchetto” che il Lario offre ai turisti di tutto il mondo. Abbiamo senza dubbio la possibilità di studiare itinerari gastronomici, perché non partiamo da zero. Insomma, le cose possono cambiare. Purché lo si voglia…».
© RIPRODUZIONE RISERVATA