Maroni “smentisce” Salvini
«Paratie, andiamo avanti»

«Non finire i lavori sarebbe una sconfitta per tutti e comporterebbe anche un danno erariale»

Bisogna concludere i lavori. Il presidente della Regione Roberto Maroni interviene con una lettera sulla situazione del cantiere per le paratie - fermo da quasi tre anni e senza certezze sul futuro - ed esclude l’ipotesi di fermare tutto, ventilata in queste settimane da più parti (compreso il leader leghista Matteo Salvini). «Mi hanno stupito - nota - le prese di posizione favorevoli a un abbandono del cantiere, per un ritorno alla situazione preesistente». «Esiste una sola ipotesi - scrive Maroni - ed è quella del completamento. Fermarsi a metà non comporta solo un danno erariale vero e proprio (e a chi toccherebbe rifonderlo?) ma sarebbe la dichiarazione della sconfitta totale e definitiva delle istituzioni, delle imprese, della società, della cultura lombarda, che è la cultura del fare, non dell’abbandonare e del ritirarsi».

La maxi opera, tuttavia, è ancora bloccata. Il governatore parla senza mezzi termini di «incredibile, ingiustificabile, insostenibile ritardo». E aggiunge: «I comaschi giustamente si domandano perché i cantieri non sono ancora ripartiti e il lungolago non è ancora stato restituito a cittadini e visitatori. Come rispondo? Se è vero che le procedure per gli appalti pubblici sono in Italia incredibilmente complicate, è anche vero che ci sono stati molti ritardi veri e propri, a carico di soggetti diversi, e tra questi anche il Comune di Como. Il mio auspicio è che da adesso in avanti tutte le scadenze relative al cantiere siano osservate al secondo, senza più proroghe, slittamenti, annunci e date ritrattate». Una stoccata al sindaco Mario Lucini, non l’unica tra l’altro.

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