Cronaca
Giovedì 18 Settembre 2008
Mary Poppins introvabili in città
E le mamme lasciano il lavoro
A Como è caccia alla baby sitter: ecco le possibili strade per trovarla
<+G_TONDO>Una vera e propria lotta contro il tempo, quella che vede protagoniste le mamme comasche alla ricerca di una babysitter a cui affidare i loro bambini dopo la scuola o nel caso di improvvisa malattia. A stare con l’orologio alla mano in questa corsa, secondo i dati di una recente indagine Istat sul rapporto occupazione e famiglia, è quasi il 50% delle donne che lavora a tempo pieno. Ma nonostante la percentuale elevata - è proprio il caso di dirlo - l’unione non fa la forza, ma non fa nemmeno la differenza, perché i servizi a sostegno delle mamme lavoratrici non hanno portato grossi cambiamenti. Infatti, ben il 14% di esse decide di lasciare il posto di lavoro per accudire ai figli, mentre il 70,4% sceglie di lavorare part time.
Ma se per necessità o piacere molte delle donne non lasciano il lavoro, trovare una "tata" a Como senza seguire le canoniche strade ufficiali - vuoi per non spendere troppi soldi o vuoi per non impegnarsi con un contratto regolarizzato - diventa davvero difficile. E se a Milano Cgil, Cisl e Uil, sulla base dei dati della Camera di commercio, hanno visto in testa alla classifica delle professioni di più ostico reperimento gli addetti ai servizi personali (83,4%) e si sono mossi di conseguenza per fare un centro d’incontro di domanda ed offerta, nel Comasco come ci si muove?
In mancanza di nonni o zie volenterose che curano i bimbi, di solito il valzer delle chiamate incomincia sentendo amici e vicini di casa che possano indicare una persona fidata se loro per primi non si offrono come babysitter temporanei.
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