Iniziato il processo per la morte di Yara
Bossetti: «Ho fiducia nella giustizia»

Questa mattina è iniziato il processo per la morte di Yara Gambirasio.

Si è conclusa la prima udienza al Tribunale di Bergamo del processo che vede Massimo Bossetti imputato per l’omicidio di Yara Gambirasio. La prossima udienza si terrà il 17 luglio e in quella data la Corte dovrà anche decidere sull’ammissione in aula delle telecamere. Anche in questo caso il pm e le parti civili non hanno dato il loro consenso.

L’arrivo del carpentiere di Mapello è avvenuto al e 8.48, da via Garibaldi, mentre il suo avvocato, Claudio Salvagni, è giunto alle 8.35. La condanna potrebbe arrivare all’ergastolo, viste le accuse di omicidio pluriaggravato e calunnia (nei confronti del suo collega Massimo Maggioni, su cui a un certo punto delle indagini tentò di indirizzare i sospetti degli investigatori). Il muratore, in carcere dal 16 giugno dell’anno scorso, è stato fatto entrare da un ingresso secondario del Tribunale di Bergamo a bordo di un furgone della Polizia penitenziaria ed è entrato direttamente in aula, prendendo posto nella gabbia degli imputati. Bossetti ha brevemente guardato il pubblico, senza scomporsi, e, vestito con una polo e blue jeans, assiste ora alla discussione sulle eccezioni preliminari. «Mi sento più tranquillo, ho molta fiducia nella giustizia»: così ha detto Massimo Bossetti al suo legale, Claudio Salvagni, che si è intrattenuto con lui per qualche minuto a udienza conclusa. Il muratore ha seguito le prime fasi del processo con molta attenzione e senza mai distrarsi.

In aula non c’erano i genitori di Yara, che si costituiranno parte civile perché, come spiegato nei giorni scorsi dal loro legale, Enrico Pelillo, intendono evitare il clamore intorno alla vicenda processuale e si limiteranno a essere presenti solo quando dovranno testimoniare.

In questi mesi Bossetti non ha mai tentennato, continuando a professarsi innocente nonostante l’insistenza degli inquirenti negli interrogatori e nonostante un anno di carcere (con quattro mesi in isolamento). L’uomo non ha mostrato segni di cedimento neppure alla vigilia del processo. «È pronto a ribadire la sua innocenza», dicono i legali. Chi lo ha potuto vedere sostiene che Bossetti negli ultimi giorni non abbia modificato le sue abitudini di vita all’interno del carcere e che abbia vissuto l’attesa del processo con serenità, quasi con il desiderio di provare la sua estraneità ai fatti. Non avrebbe perso neppure l’abbronzatura, che sin dall’inizio della vicenda ha suscitato l’interesse dei media, che ne avevano fatto uno dei suoi tratti distintivi.

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