«Mattia lacune e incongruenze»
I familiari contro l’archiviazione

Il caso del giovane di Albavilla trovato morto a Chiesa Valmalenco

«Non siamo noi a dire che non può essere caduto da solo nel bosco, rimanendo lì per più di due settimane senza essere trovato da chi lo ha cercato anche in quel posto: sono gli atti di indagine, comunque ancora approfondibili, a parlare».

Parola di Luca Mingarelli, della moglie Monica Cavicchioli, delle figlie Elisa e Chiara, che ieri per il tramite dell’avvocato Stefania Amato del foro di Brescia (ora affiancata anche da Paolo Camporini, del foro di Como, hanno steso una nota indirizzata ai media, in cui palesano il loro profondo, radicato convincimento, rispetto alla fine in cui è incorso il figlio e fratello, Mattia Mingarelli. E, parimenti, rispetto alle risultanze di indagine della Procura della Repubblica di Sondrio, la quale a fine luglio ha rinnovato la richiesta di archiviazione già presentata, un anno prima, dall’allora procuratore Claudio Gittardi.

Non credono, i genitori e i fratelli alla tesi della caduta accidentale, di notte, nel bosco, del trentenne di Albavilla, nel Comasco, giunto ai Barchi di Chiesa in Valmalenco per trascorrere il fine settimana dell’Immacolata 2018 nella baita che la famiglia, aveva in affitto da anni.

«Abbiamo preso atto delle conclusioni cui per la seconda volta è pervenuto il procuratore della Repubblica di Sondrio - dicono i famigliari di Mattia - ovvero l’archiviazione per essersi trattato di un fatto accidentale. Non essendo, tuttavia, condivisibili tali conclusioni, abbiamo affidato le opportune considerazioni tecniche all’opposizione proposta dai nostri difensori. Vogliamo ribadire che troppe sono le lacune e le incongruenze che non hanno trovato una spiegazione accettabile».

Irremovibili i famigliari di Mattia, che, concludono «speriamo di vedere accolte le nostre ragioni ribadendo che, quello che ci aspettiamo è una risposta convincente, logica e coerente alla domanda che, da ormai tre anni, ci ripetiamo: cosa è successo a Mattia?». (Elisabetta Del Curto)

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