Minacce di morte a Mattarella
Arrivano da Castiglione Intelvi

Uomo di 60 anni sotto inchiesta, la perquisizione della Polizia

“Patrik Alta Valle” scriveva i suoi tweet tutti in maiuscolo. E, come il Napalm51 ideato da Crozza, da dietro al monitor del suo computer lanciava strali, distribuiva insulti, vaticinava complotti. Niente più e niente meno che uno dei tanti urlatori social, non fosse che nei giorni scorsi ha deciso di alzare il tiro. E di prendersela con il presidente della Repubblica. Arrivando a minacciarlo di morte via twitter: “Chissà che non scrivo dell’avvenuto decesso del Capo dello Stato” ha cinguettato via internet. E poi, per essere più chiaro: «Qualcuno si prenderà una fucilata a bruciapelo».

Gli agenti della polizia postale di Roma e di Como e i poliziotti della Digos della Questura lariana hanno denunciato (e gli hanno pure perquisito casa) “Patrik Alta Valle”, un uomo di sessant’anni di Castiglione Intelvi, con il pallino dei computer, disoccupato, divorziato, che vive solo in un monolocale circondato da decine di computer.

Ovviamente quando, nei giorni scorsi, l’uomo si è trovato alla porta poco meno di una decina di agenti di polizia che, decreto di perquisizione alla mano, gli intimavano di farli entrare, è cominciata la consueta giaculatoria degli hater social quando vengono scoperti: “Non pensavo”, “Non credevo”, “Non volevo”.

I poliziotti, nel corso della perquisizione, avevano innanzitutto l’incarico di accertarsi che Patrik non avesse armi in proprio possesso tali da poter far ipotizzare anche soltanto lontanamente la possibilità di mettere in pratica le proprie minacce. All’interno dell’abitazione, in effetti, non sono stati trovati né fucili (ancorché la Valle Intelvi sia zona di cacciatori e i fucili nelle case non manchino) né pistole.

Quindi l’incarico era quello di sequestrare eventuali computer per accertare che l’autore del tweet minaccioso fosse proprio il sessantenne di Castiglione. Impresa decisamente più agevole, quest’ultima visto che l’uomo aveva twitter aperto sulla propria pagina, quando sono entrati gli agenti, con il post incriminato in bella evidenza.

La polizia ha chiesto e ottenuto da twitter la sospensione del profilo di Patrik, che via social da mesi condivideva strali, insulti e slogan (oltre alla mania di scrivere tutto in maiuscolo) che contraddistinguono quella galassia no vax di cui si sentiva di appartenere. Oltre alla sua identità virtuale, Patrik si è visto anche sequestrare i computer che aveva all’interno della propria abitazione. Chissà che la visita della polizia non lo convinca, in futuro, a commentare via social i fatti della vita in maniere meno violenta.

(Paolo Moretti)

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