Molteni non si dimette, Marzorati accusa

Non cede il posto in consiglio alla collega di lista e lei dice: «Doveva lasciare a metà mandato, c’era un patto, lo rispetti»

Aveva promesso che si sarebbe dimesso a metà del mandato per lasciare spazio alla collega Roberta Marzorati, rimasta esclusa dal consiglio pur essendo stata la più votata in assoluto alle ultime elezioni. Il consigliere Mario Molteni, però, prima ha preso tempo per qualche settimana, poi - nella riunione con gli attivisti che si è tenuta poche ore fa - ha presentato le dimissioni, ben sapendo che sarebbero state respinte dalla maggioranza dei presenti, cosa che si è puntualmente verificata.

E così è esploso il caos nella lista civica “Per Como”, con accuse reciproche - più o meno velate - tra Molteni e Marzorati. Due persone non certo avvezze alle liti tipiche dei partiti politici, ecco perché la notizia fa ancora più rumore.

Tutto nasce da un patto stretto tra i due alfieri della lista, nel 2012: Molteni, che era candidato sindaco, garantisce alla collega - esclusa dal consiglio nonostante le 569 preferenze personali perché “Per Como” conquista un solo seggio - che dopo due anni e mezzo le cederà il posto.

Il termine scadeva quindi a novembre dell’anno scorso, ma nulla è accaduto fino a pochi giorni fa, quando il livello di tensione è improvvisamente salito e si è cominciato a parlare di spaccatura all’interno della lista, con un gruppo decisamente contrario all’addio di Molteni dall’aula di Palazzo Cernezzi. L’altra sera gli attivisti di “Per Como” si sono riuniti, 21 i presenti; Molteni ha depositato la sua lettera di dimissioni e poi ha abbandonato i lavori. Gli altri, dopo la discussione, hanno respinto «a larghissima maggioranza» le dimissioni, come scrive il portavoce Sabatino Tafuni in un comunicato diffuso ieri. Quest’ultimo si rivolge poi a Marzorati esprimendo «rammarico» per la sua decisione di non partecipare al confronto e invitandola a «rispondere alle domande che sono state poste, domande di basilare importanza per il nostro futuro». Nel frattempo, Molteni resta al suo posto.

Le dichiarazioni rilasciate ieri da Marzorati, interpellata telefonicamente, spiegano bene il livello di tensione raggiunto: «Se non si dimette, io lascio la lista. Non perché mi interessi la poltrona, la mia storia dice il contrario, ma perché non si sta rispettando un accordo. Io li ho sempre rispettati. Mi chiedo quale credibilità potrebbe avere la lista alle prossime elezioni, nel momento in cui non viene mantenuta una promessa nota a tutta la città. C’era un patto con Molteni e non prevedeva postille, non era previsto di mettere la cosa ai voti, la decisione spetta quindi solo a Molteni. Qualcuno della lista in riunioni precedenti mi ha anche fatto capire di essere pronto a sostenermi come candidato sindaco nel 2017 a fronte di una rinuncia all’ingresso in consiglio in questa fase, ma gli accordi non erano questi».

Marzorati è un fiume in piena: «Mi hanno accusato di non aver fatto niente per la lista in questi anni, dimenticandosi viale Giulio Cesare, la Spina Verde, il condominio solidale e tanto altro. Mi hanno chiesto garanzie sul fatto di restare all’opposizione e le ho date, infine hanno detto che non sapevano nulla del mio patto con Molteni, in realtà uscì sui giornali e venne informata tutta la lista. Ai miei elettori ho sempre detto: “Molteni è un galantuomo e mi lascerà il posto, state tranquilli”. Ora vediamo...».

E Molteni cosa dice? «Dobbiamo rispettare l’opinione delle persone che sostengono la lista e ci hanno messo la faccia, non possiamo escluderle. Certo, il patto c’è, ma prevedeva anche un supporto di Roberta con la presenza in consiglio e non è avvenuto. Comunque io mi sono dimesso come previsto, loro hanno detto no. Tanti nella lista si chiedono: se entra lei in consiglio, cosa succederà? Deve venire in riunione e spiegare le sue intenzioni, serve un chiarimento. Perché molti non sapevano del patto tra noi due, forse su questo ho sbagliato io all’epoca».

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