Morta sul flixbus
«Nicoletta voleva
vedere suo padre»

Le colleghe: «Viveva per suo figlio. Era molto buona, riservata, ma sempre gentile e disponibile con tutti»

«Era una persona molto buona, e non è solo un modo di dire perché non è più con noi; le era veramente così; era abbastanza riservata, ma c’era sempre per tutti ed era ogni volta gentile e disponibile».

Tra le colleghe, ancora sotto choc per l’accaduto, si fa forza Federica Scalzo, amica e compagna di lavoro di Nicoletta Nardoni, la 37enne rimasta vittima dell’incidente stradale avvenuto domenica scorsa nel quale è rimasto coinvolto un Flixbus, alle porte di Zurigo.

Il bus era partito qualche ora prima da Milano ed era diretto a Dusseldorf. Nicoletta lavorava da 12 anni allo Chef Express, il caffè pizzeria che si trova all’interno della stazione Fnm di piazza Cadorna, alla quale fanno ogni giorno riferimento un gran numero di pendolari, la maggior parte dei quali diretti per lavoro alla vicina metropoli milanese.

Il locale è stato di recente ampliato e ristrutturato ed è diventato anche una pizzeria da asporto per brevi break prima di prendere il treno; dove c’è sempre un gran via vai di gente. Nicoletta si alternava con costante impegno dietro alla macchina del caffè e servire tranci di pizza, facendo i turni con le colleghe: pensando sempre prima di tutto al figlio di 9 anni, il cui nome, con la data di nascita, si era tatuato su un avambraccio, tatuaggio dal quale è stata riconosciuta dalla polizia svizzera, quando è stato ritrovato il suo corpo senza vita.

Pare fosse seduta davanti e come quasi tutti i 51 passeggeri del bus stava dormendo al momento dello schianto.

Il ricordo su La Provincia in edicola martedì 18 gennaio

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