Mozzate, Monica Sanchi
accusata dei due delitti

La procura di Rimini contesta alla cameriera, convivente dell’omicida, la partecipazione all’omicidio di Lisa Nusdorfi e del suo fidanzato

Duplice omicidio premeditato pluriaggravato e occultamento di cadavere, le pesanti accuse con le quali il gip del Tribunale di Rimini, Fiorella Casadei, ha ordinato che Monica Sanchi resti là dove si trova, e cioè nel carcere di Forlì.

La donna avrebbe avuto un ruolo attivo negli omicidi commessi dal fidanzato Dritan Demiraj, il fornaio albanese di 29 anni che il primo marzo ha ucciso l’ex compagna Lidia Nusdorfi alla stazione di Mozzate (Como) e, il 28 febbraio, a Santarcangelo (Rimini), il fidanzato della donna, Silvio Mannina, 30 anni residente a Bologna in una casa famiglia.

I militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Rimini, le hanno notificato in carcere l’ordinanza di custodia cautelare per gli omicidi Mannina e Nusdorfi, giusto due giorni prima della scadenza dell’ordinanza a tempo, emessa dal tribunale di Como. La Sanchi, infatti, il 2 giugno sarebbe potuta tornare in libertà, ma nuovi elementi probanti in mano agli inquirenti riminesi (che dal 29 aprile - con il ritrovamento nella cava del lago Azzurro del cadavere di Mannina - hanno acquisito la competenza d’indagine sul caso degli amanti assassini) hanno motivato l’ordinanza del gip Casadei e trattenuto dietro le sbarre la 35enne cameriera riccionese.

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