Nigeriana piange figlia morta, ragazza denuncia razzismo a Sondrio. L’ospedale: non abbiamo sentito insulti, parte esposto

Un post della consigliera comunale del centrosinistra di Sondrio, Francesca Gugiatti, che denuncia un caso di razzismo nei confronti di un madre nigeriana che piange la figlia morta al pronto soccorso dell’ospedale della città lombarda solleva un’indignazione bipartisan.

Un post della consigliera comunale del centrosinistra di Sondrio, Francesca Gugiatti, che denuncia un caso di razzismo nei confronti di un madre nigeriana che piange la figlia morta al pronto soccorso dell’ospedale della città lombarda solleva un’indignazione bipartisan. Ma l’ospedale precisa di non aver avuto «alcuna percezione di insulti razzisti», e ora valuta l’esposto per tutelare il proprio none.

I fatti: sabato scorso la mamma, una donna nigeriana residente a Sondrio, si era accorta che la piccola non stava bene e non respirava normalmente. È scesa in strada chiedendo aiuto e ha trovato un uomo che ha portato lei e sua figlia in ospedale in auto. Quando sono arrivati al Pronto soccorso dell’ospedale civile di Sondrio, però, la bimba era in condizioni disperate e non respirava già da tempo. I medici che l’hanno presa in cura non hanno potuto salvarle la vita. Poco dopo al nosocomio è arrivato anche il papà della neonata, avvisato dalla madre, e i genitori hanno purtroppo ricevuto la terribile notizia. Alla scena che è seguita ha assistito Francesca Gugiatti,che era al pronto soccorso e ha scritto su Facebook: «Dalla sala d’attesa iniziano commenti di ogni tipo. Chi parla di riti tribali, chi di satanismo, chi di scimmie, chi di ’tradizioni lorò, chi di manicomi. Giudizi, parole poco appropriate, cattiveria, tanta».

La direzione sanitaria dell’ospedale di Sondrio sta valutando un esposto in Procura per tutelare l’immagine della struttura ospedaliera, in merito ai presunti insulti a sfondo razzista. «Noi non abbiamo avuto alcuna percezione di insulti razzisti», ha spiegato il direttore del Pronto soccorso, Raniero Spaterna. «La sala dove eravamo noi - spiega - era abbastanza isolata e ci siamo concentrati nel prestare la massima attenzione a una mamma che aveva perso sua figlia». Le urla certamente ci sono state «ma in questi ambienti le scene di disperazione non sono certo rare». «Se ci sono state delle frasi razziste - ha aggiunto Spaterna - io non le ho sentite e, come me, gli altri operatori in servizio al Pronto soccorso».

A chiarire la vicenda, sotto tutti gli aspetti, le indagini da parte dei carabinieri del Comando provinciale di Sondrio i quali hanno anche effettuato un sopralluogo nell’abitazione della coppia, mentre la Procura ha disposto l’autopsia sul corpicino della bimba che potrebbe essere stata vittima della cosiddetta «morte in culla». E anche l’esposto che presenterà l’ospedale di Sondrio.

Numerose le prese di posizione delle politica, bipartisan: Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia - non posso che provare profondo disprezzo per chi è così infame da insultare una donna straziata da un dolore così atroce. Che schifo».

Mariastella Gelmini, di Forza Italia parla di «storia tristissima e di intolleranza» e Matteo Renzi di Italia Viva chiede di «fermarci per chiederci che cosa rischiamo di diventare. Quella mamma merita solo il nostro abbraccio, non lo sprezzo razzista».

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