«Noi, i coscritti della classe ’34
A Uggiate Trevano festa da 60 anni»

Si erano conosciuti a Milano alla visita di leva militare

E da allora si ritrovano ogni anno per festeggiare in amicizia il compleanno

Da sessant’anni i coscritti del 1934 si scambiano gli auguri di Natale. A dispetto degli impegni che si moltiplicano, del tempo che passa, di chi se ne va per sempre.

Una classe molto legata con una ferrea amicizia che dura ormai dai giorni della leva militare, quando si sono trovati insieme per la visita medica. A quel tempo la maggiore età si raggiungeva al compimento del ventunesimo anno di età. «Rovistando fra i miei cassetti –racconta Gino Marchiori- mi è capitata fra le mani una vecchia foto scattata a Milano dove insieme ad altri sei coetanei, subito dopo l’esito positivo delle visita medica, ci siamo recati per la prima volta nella grande capitale della Lombardia, che a quel tempo per noi del paese sembrava una metà irraggiungibile. Allora ci si allontanava dal proprio paese soltanto per motivi di lavoro ed era difficile che ci potevamo concedere momenti di svago e di relax soprattutto fuori dal proprio territorio».

Le vecchie foto

E aggiunge: «La foto ritrovata ci ritrae a Milano, durante la visita al Duomo, da noi visto prima di allora soltanto in cartolina. Purtroppo dei sette coscritti tre sono deceduti. I loro volti mi sono rimasti impressi nella memoria che difficilmente riesco a dimenticare. La foto ci ritrae seduti sulle scalinate del Duomo nel seguente ordine: in piedi da sinistra Pierluigi Donadini, già deceduto; Achille Tettamanti, vivente; Luigi Merlo, vivente e Peppino Somaini, morto; seduti da sinistra, io, Gino Marchiori; Ornello Ballerini e Leandro Bernasconi, quest’ultimo anche lui defunto».

E così ogni qualvolta si ritrovano, il pensiero dei coscritti della classe 1934 corre subito a quei giorni in cui, finita la giornata lavorativa, correvano insieme a chiedere per la loro festa di leva i prodotti della terra che poi vendevano per racimolare i soldi con i quali far fronte alle spese della cena che facevano tutti insieme. Si recavano sui campi della Val Mulini per ricevere un po’ di granoturco con la vendita del quale si finanziavano una lauta cena in una trattoria del luogo. E con i soldi avanzati si concedevano anche qualche gita per visitare luoghi a loro vicini ma mai visti.

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