Occupato il liceo Giovio
«Cambiate la riforma»

Un migliaio di studenti dello scientifico alza il volume dello scontro
Venerdì si replica. E alcuni professori si schierano accanto agli alunni

«Scuola occupata» dice uno striscione appeso sopra l’ingresso del liceo Giovio. Alcuni si sono domandati come mai non ci sia scritto «Scuola okkupata», a ricordo delle mobilitazioni degli anni Settanta. Questo perché, almeno in questi primi giorni di fermento, la lotta degli studenti non ha ancora assunto una connotazione ideologico-culturale, l’obiettivo primario è ora quello di bloccare la riforma Gelmini.
«Abbiamo deciso di occupare la scuola giovedì e venerdì perché è proprio in questi due giorni che la riforma viene discussa in senato, e ci sembra giusto dare un segnale - dice il rappresentante d’istituto, Raphael Schumacher - La questione è seria, in queste ore si stanno riunendo, oltre ai nostri rappresentanti d’istituto, i rappresentanti del Volta, delle magistrali, del Terragni di Olgiate e del setificio, anche per organizzare una manifestazione insieme ai sindacati il 30 di questo mese. C’è in corso un’assemblea in palestra proprio sul decreto Gelmini, in altre aule sono stati organizzati dibattiti di politica, letteratura, cineforum e altro». La decisione di occupare la scuola è stata presa per votazione senza il permesso del preside, il quale preferisce starsene in disparte, lontano dagli studenti,  senza pronunciarsi e sostenendo che «comunque la scuola va cambiata in qualche modo». Nonostante questo gli studenti hanno trovato l’appoggio di molti professori.
Ora il Giovio è occupato da un migliaio di alunni e si è giunti al compromesso secondo cui le lezioni si svolgeranno regolarmente per coloro che non vogliono aderire alla protesta.

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