Paratie, il danno e la beffa
Il cantiere fermo sarà una stangata

L’impresa presenterà un conto salatissimo

I lavori sono immobili da quattro anni e i costi salgono

A dicembre saranno quattro anni tondi tondi con il cantiere del lungolago completamente paralizzato. Da allora, con lo stop totale ai lavori in vista della terza perizia di variante, non si è visto nemmeno un operaio. A girare, invece, sono i costi del fermo cantiere. Non sono stati ancora quantificati da Sacaim, l’azienda che si era aggiudicata l’appalto nel 2007 e a cui nelle prossime settimane verrà chiesto di rescindere il contratto con l’amministrazione, ma il conto rischia davvero di essere salato.

Scenari messi nero su bianco un anno fa dal responsabile del procedimento, il dirigente di Palazzo Cernezzi Antonio Ferro (pochi mesi dopo finito agli arresti domiciliari accusato di turbativa d’asta per la vicenda paratie e ora libero in attesa del processo) nelle sue contreduzioni alle contestazioni dell’Autorità Anticorruzione, ribadite anche all’inizio del 2016 con la bocciatura finale della variante. Ferro parlava, in caso di rescissione del contratto, di un «verosimile contenzioso con l’appaltatore per la parte residua delle riserve che lo stesso ha già avanzato (11 milioni di euro al 31 dicembre 2012)».

E da quella data a oggi ancora, come detto, non sono state presentate contestazioni. C’è da aspettarsi che verrà fatto non appena si avvieranno le procedure di chiusura con l’azienda. Tutte questioni che, molto probabilmente, finiranno in tribunale.

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