Passaggi a livello di Como
I politici litigano e la città sta in coda

Da oggi i tempi di attesa saranno raddoppiati. L’assessore regionale: «Scelto l’impatto minore». Turba contro Butti e Braga. I 5 Stelle contro la Regione

Colpa di Roma? No, di Milano. E ancora colpa di Ferrovienord. Ma no, colpa dell’Agenzia per la sicurezza delle ferrovie. E di nuovo Regione? Governo? A farsi portavoce dell’una o dell’altra tesi i diversi esponenti politici locali e nazionali che si accusano l’un l’altro e, intanto, la città da oggi sarà in coda. Dopo la fumata nera arrivata dal vertice che si è tenuto mercoledì al ministero, oggi scatterà il nuovo sistema di sicurezza sui passaggi a livello che ha come conseguenza per i cittadini il raddoppio dei tempi con le sbarre abbassate e, quindi, dell’attesa. Con il risultato di peggiorare ulteriormente la situazione viabilistica, come quella lungo il girone, già molto pesante soprattutto nelle ore di punta.

Polemiche a distanza

Da Roma i deputati Chiara Braga (Pd) e Alessio Butti (Fratelli d’Italia), pur appartenenti a schieramenti opposti, avevano entrambi puntato il dito contro la Regione e Ferrovienord. Interviene l’assessore regionale ai Trasporti Claudia Maria Terzi dicendo che «Regione aveva dato mandato a Ferrovienord per trovare soluzioni meno impattanti e fare dunque il possibile in relazione alle normative nazionali vigenti. Questo al di là di soluzioni infrastrutturali futuribili, che non possono essere certo immediate e che richiedono necessariamente tempi medio-lunghi. In base a quanto chiesto da Regione, Ferrovienord ha effettuato il lavoro per ottimizzare al meglio gli interventi e contenere le attese ai passaggi a livello. Il possibile da questo punto di vista, stante le prescrizioni Ansf, è stato fatto, come specificato nel comunicato di Ferrovienord quando dice che sono stati studiati 8 scenari ed è stata scelta la soluzione con minori tempi di chiusura dei passaggi a livello».

Il sottosegretario regionale, il comasco Fabrizio Turba (Lega) attacca sia Butti che Braga. «Le proposte dell’onorevole - dice riferendosi a Butti - sono inapplicabili. Nello specifico infatti, il Sistema di Controllo della Marcia del Treno è l’unica attualmente omologata sulle reti italiane ed è l’unica già presente su tutta la rete Ferrovienord, realizzata in base alle prescrizioni di Ansf, come da normativa statale. La proposta di Butti di utilizzare un sistema diverso è quindi inapplicabile, così come la possibilità di aumentare la velocità dei treni; proprio perché questo sistema consente di verificare se il comportamento del macchinista sia coerente con le caratteristiche della linea e con l’aspetto dei segnali incontrati. Ad esempio, in caso di superamento di un segnale rosso o della velocità massima, si attiva automaticamente la frenatura del treno, impedendo di fatto di adottare la proposta del parlamentare Butti». E a Braga e Angelo Orsenigo (consigliere regionale Pd) ribatte dicendo: «Chi punta il dito contro la Regione evidentemente non sa di cosa parla, non conosce il merito della questione. È paradossale e scorretto che una decisione del Governo venga impropriamente addebitata a Regione».

«Situazione imbarazzante»

Di avviso opposto, l’esponente al Pirellone del Movimento 5 Stelle Raffaele Erba che ha depositato un’interrogazione: «Vogliamo sapere se Regione Lombardia era a conoscenza delle implicazioni sulla chiusura dei passaggi a livello». E ancora: «L’assessore Terzi ha dichiarato che la colpa è del Governo che non è stato in grado di trovare una soluzione. È ora di finirla di giocare allo scaricabarile: Ferrovienord sono gestite da Regione Lombardia, quindi la responsabilità è chiara. Il Comune aveva interpellato Ferrovienord con il dovuto anticipo ma la società aveva escluso che i nuovi sistemi di sicurezza potessero generare delle ricadute sul traffico cittadino. Poi ha cambiato versione. Serve serietà e impegno per trovare una via d’uscita a questa imbarazzante situazione».

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