Pedemontana si arrende
«Le paghiamo noi il pedaggio»

Cinque telefonate, sei ore di richieste di chiarimento e, alla fine, la società dà ragione a un residente a Cremona, in città per un matrimonio

Cinque telefonate, sei ore di pressanti richieste di chiarimento e poi di proteste. Alla fine anche Pedemontana si è arresa: «L’operatrice si è resa disponibile a pagare il conto del pedaggio di tasca sua ma ovviamente non ho accettato». E sì perché Giorgio Arzani, apicoltore residente in provincia di Cremona domenica scorsa nel Comasco per un matrimonio, chiedeva solo di essere messo in condizione di pagare - 1,26 euro in tutto - attraverso un bonifico bancario. «Sono capitato sulla tangenziale perché mi ci ha indirizzato il navigatore - racconta - avevo già preparato le monetine per il casello quando ho visto i cartelli con le telecamere, poi al pranzo di nozze mi hanno spiegato che avrei ricevuto entro due tre mesi il bollettino con il conto del pedaggio maggiorato dalle spese per l’accertamento pari a 3,50 euro».

Odissea per pagare

Arzani, il giorno successivo, ha cercato quindi di mettersi in contatto con Pedemontana, ma al call center si è sentito rispondere che sì certo sarebbe stato possibile pagare seduta stante ma solo con due modalità: sul web con la carta di credito o in contanti ma la cassa più vicina a casa sua si trova ad Agrate Brianza, a 47 chilometri da casa sua. «Figurarsi se alla mia età e per pagare un’autostrada, posso pensare di comperare un computer e prendere la carta di credito». Alla fine dopo mezza giornata trascorsa al telefono con Pedemontana, la richiesta è stata accolta. La società ha deciso di fare un’eccezione, le modalità di pagamento, già al centro di tante proteste, continueranno a rimanere le stesse anche in futuro.

Caos su passaggi e addebiti

L’automobilista ha protestato anche con l’assessore regionale Alessandro Sorte. Una lunga lettera per raccontare l’accaduto e l’appello a cambiare una situazione che definisce «poco rispettosa» nei confronti degli automobilisti. In effetti questi ultimi, soprattutto se sono qui di passaggio e occasionalmente transitano sulla tangenziale, non hanno concreta e comoda possibilità di pagare il dovuto (sempre che sia stata compresa la segnaletica), diversa dalla carta di credito che implica la registrazione sul sito della società. «A me pare un sistema assurdo - continua Arzani - è questa l’accoglienza che Como riserva ai tanti turisti che arrivano in auto e capitano, magari per sbaglio, sulla tangenziale? Io nella vostra città vengo spesso e ovviamente tornerò, mi guarderò bene però dal lasciare l’A9 dove, come è giusto che sia, si sa subito quel che si paga e si ha modo di saldare il proprio debito al casello».

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