Cronaca
Venerdì 31 Ottobre 2008
Phone center dimezzati in due anni
Ma la legge regionale era illegittima
In città erano 15 nel 2006. Prima le proteste, poi l’intervento del Pirellone: ora sono 8
La legge regionale 6/2006, che ha imposto uno stretto giro di vite nella regolamentazione dell’attività dei centri di telefonia internazionale, è riuscita nel suo intento anche a Como: i phone center, gestiti quasi tutti da immigrati extracomunitari, sono stati decimati. Rispetto a due anni fa questi tipi di esercizi sono praticamente dimezzati. Erano 15, adesso sono 8. Per la gioia di chi vede nei phone center luoghi d’attrazione di gruppi d’immigrati anche fino a tarda notte.
Nei giorni scorsi, però, è arrivato il colpo di scena. La Corte Costituzionale ha emesso una sentenza che rimescola le carte in gioco: la legge regionale è anticostituzionale. E ora anche sul Lario ci sono ex titolari di phone center che si dicono pronti a chiedere i danni.
Molti centri di telefonia hanno dovuto chiudere i battenti per l’impossibilità di adeguarsi alle nuove norme restrittive della legge regionale, come l’obbligo di predisporre bagni e cabine telefoniche per portatori di handicap. La necessità di eseguire lavori edilizi per mettersi in regola ha fatto arrendere i gestori. Alcuni, come il phone center di via Milano 226 o di via Manzoni, hanno chiuso. Altri, come quelli di piazza San Rocco e via Italia Libera hanno cambiato tipo di attività: il primo si è trasformato in un negozietto di oggetti e vestiti (disposti anche nelle cabine telefoniche non più funzionanti); il secondo è diventato un’agenzia di viaggi. Scendendo per via Napoleona, sulla sinistra, poco prima di arrivare in piazza San Rocco c’è un phone center gestito da indiani.
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