Profughi, Como è già al “completo”
Nei 15 centri di accoglienza sono in 300

EmergenzaNuovi arrivi ogni giorno, non c’è più un posto libero: in provincia sono 700

La Caritas: «Ottima collaborazione con la Prefettura, ma è una situazione difficilissima»

Guardano fuori dalla finestra dell’ex caserma. Spaesati. Ma anche più sereni. Perché ora hanno una casa e qualcuno che li ha accolti.

In via Borgovico, nei locali dove fino a qualche anno fa c’erano i carabinieri, ci sono 30 profughi. E la struttura è già piena. «Solo in città, a Como, ci sono 300 migranti. In provincia abbiamo superato i 700» spiega Roberto Bernasconi, direttore della Caritas. «Gli spazi sono finiti, almeno qui in città».

La situazione è davvero al limite, anche per cercare di dare una condizione di vita dignitosa a questi stranieri che fuggono da povertà e guerre. Profughi, ma soprattutto persone. E tantissimi giovani.

«Ci affidiamo al Santo protettore»

«Come facciamo ad affrontare questa emergenza? Non lo sappiamo nemmeno noi, ci affidiamo al Santo protettore. Devo dire che esiste un’ottima struttura di base e un’importante collaborazione con la Prefettura, ma poi lavoriamo di fantasia».

Ed è un’accoglienza che è gestita da un esercito. Quello dei volontari. «Sono tantissimi - insiste Bernasconi - e ognuno ci dà una grossa mano, anche solo cercando di stare un po’ assieme a queste persone».

Oltre ai volontari, ci sono anche gli operatori della Caritas: nell’arco di circa un anno, in tutta la Diocesi, sono stati assunti 15 dipendenti, proprio per affrontare l’accoglienza.

I profughi, in buona parte, arrivano dall’Africa subsahariana, ma qualcuno anche da Bangladesh e Pakistan. «Sono paesi dove si sta verificando una vera e propria colonizzazione da parte delle multinazionali, che stanno espropriando materie prime. E poi c’è la vendita di armi alle varie fazioni. La popolazione è costretta a scappare. Anche perché, in quei paesi, non è possibile sviluppare un progetto di sviluppo credibile». Ed è per questo che sono qui.

L’ultima struttura occupata è l’ex caserma dei carabinieri di via Borgovico, con 30 posti. «Al momento è pronta all’80%» conferma Bernasconi. Ma è anche già piena.Il prefetto Bruno Corda sta cercando nuovi spazi per fronteggiare i prossimi arrivi. Perché di arrivi ce ne saranno quasi di certo. Era stata ventilata anche l’ipotesi di una tendopoli, ma al momento non ci sono conferme.

Uno dei lavori più importanti è quello di impegnare i profughi durante la giornata. E non è una questione di costi. «Per ogni migrante c’è una diaria di 34 euro, dei quali 2,5 vanno a loro, mentre il resto viene utilizzato per vitto, alloggio, vestiti, spese sanitarie, spese legate alle pratiche per la permanenza in Italia e spese scolastiche. Con loro, infatti, abbiamo avviato percorsi formativi affinché possano poi diventare cuochi, falegnami o fabbri».

«I politici? Meno parole»

«I comaschi ci stanno dando una grossa mano. Credo che siano più le persone che accettano questa situazione rispetto a quelle preoccupate. I comaschi non sono freddi, ma riservati e molto generosi».

E anche il sindacato di Polizia del Silp ha voluto tranquillizzare i cittadini. «La gestione dei migranti non compromette né mette a rischio la sicurezza e il normale servizio ai cittadini». Ma comunque il sindacato ha inviato una richiesta a prefetto e questore, affinché la gestione dei profughi, non sia solo in capo alla polizia, ma che veda anche una suddivisione di carichi con carabinieri e finanza.

La soluzione al problema,secondo Bernasconi, non è a Como, ma altrove. «I politici la piantassero di andare in televisione a fare dibattiti sterili con persone che vivono in una realtà virtuale, ma lavorino in Parlamento, a Roma, per trovare soluzioni. E mi rivolgo a tutti, non a una sola “bandiera”».

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