"La mia vita senza auto":
a piedi da Valbrona ad Asso

L'unico rapporto che ha con la benzina è quando fa il pieno alla motosega. Per il resto cammina da sempre, nonostante lavori a Milano e viva a Valbrona

VALBRONA - L’unico rapporto che ha con la benzina è quando la usa per fare il pieno alla motosega. Cammina sempre e da sempre, da quando ha capito che per raggiungere due punti più o meno distanti non c’è modo migliore che farlo con i propri piedi.
Paolo Telmon nei suoi quarant’anni non ha mai guidato un’auto, nonostante lavori a Milano e viva a Valbrona. Non si è mai presentato in un’autoscuola per prendere la patente. «Non ne vedevo il motivo, quando studiavo a Milano mi vedevo questa gente sotto la pensilina in attesa del tram per raggiungere la metropolitana. Un chilometro e mezzo di distanza e loro lì per quaranta minuti; io in venti minuti avevo già raggiunto la stazione a piedi». Telmon non riesce a concepire l’auto, soprattutto per le grandi città: «Anche lasciando perdere l’inquinamento, fattore non di poco conto, non c’è neppure il vantaggio del tempo: io sono convinto di arrivare prima a piedi o con la metropolitana in gran parte della città. I problemi che creano le auto sono diversi, poco si parla per esempio dell’inquinamento acustico; Milano è invivibile anche per questo. Mi preme però anche parlare della qualità della vita: le auto portano sedentarietà e stress; io girando mi fermo a vedere le opere d’arte, le piazze più belle. Il mio obiettivo è mettere piede in tutte le vie di Milano e sono a buon punto; il problema è che la città intanto si allarga».
Sembra tutta rosa e fiori la vita senz’auto; però ci sono anche gli svantaggi: Telmon si alza alle cinque o poco dopo per raggiungere Milano. «In realtà questi sono i miei ritmi ormai, e mi ci trovo bene. Potrei svegliarmi più tardi se mi aiutassero quelli del Spt con coincidenze meno assurde tra bus e treno. La mattina presto uso i mezzi; al ritorno però, dalla stazione di Asso a casa mia a Maisano, cammino. Vado con calma con mio figlio Giordano e il cane, mi godo il viaggio in mezzo al verde della valle. In un’ora sono a casa, poi se ho fretta volendo posso metterci anche venti minuti. Da giovane da Milano mi spostavo spesso a Novara dove giocavo a calcio nella locale squadra di serie C, sempre con i mezzi. Gli allenamenti erano quattro volte la settimana».
Giovanni Cristiani

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