Cronaca
Mercoledì 12 Novembre 2008
Raccomandate, così non va:
ne restano ferme 400 al giorno
La Act, in servizio sul Lario, già "scaricata" dalle Poste a Milano
Raccomandate a chili, giacenti nei depositi di Milano: una società privata che fa capo all’imprenditore di Campobasso Carlo D’Angelo e che aveva vinto l’appalto di Poste Italiane non è riuscita a consegnarle, forse 30.000 o forse 40.000 aspettano un destino. E Poste Italiane, ieri, ha revocato l’appalto, riservandosi ulteriori azioni.
Ma il provvedimento sfiora la nostra città e la situazione di Como è già sul tavolo del Ministro per lo sviluppo economico, portata dal deputato leghista comasco Nicola Molteni. Infatti Carlo D’Angelo è pure titolare della Cooperativa che ha vinto l’appalto per la consegna delle raccomandate a Como: dal primo novembre, la Srl “Recapito Espressi numero 1” che svolgeva il servizio da trent’anni, è stata costretta a passare la mano alla Società di Campobasso dal curriculum tuttofare, trasporti, derattizzazione, manutenzione dei cimiteri, catering. Il Tar dovrà pronunciarsi nel merito dei ricorsi presentati contro Poste e D’Angelo dalle Società concessionarie da sempre del servizio, come l’Agenzia di Via Don Brusadelli alla quale si rivolge ancora gente che aspetta raccomandate e spera nella sua competenza. I primi giorni sono stati critici: poiché piove sempre sul bagnato, erano pervenute anche 4.000 avvisi di EquitaliaEsatri per recupero crediti e si erano aggiunti alle 1.000 - 1.500 raccomandate che ogni giorno devono essere consegnate nella nostra città. Furono subito grandi numeri, 5.000 raccomandate giacenti, secondo fonti ufficiose. Poste Spa dimezzava: 2.200 - 2.500. Troppe, in ogni caso e per evitare la dèbacle, i portalettere furono incaricati di consegnare le raccomandate con lavoro straordinario, due ore al giorno.
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