Referendum consultivo lombardo
Maroni compra tablet per 23 milioni

Serviranno per il voto elettronico sull’autonomia della Lombardia. Il governatore: è un investimento, dopo la consultazione i computer saranno lasciati alle scuole

Al referendum consultivo per l’autonomia della Lombardia del 22 ottobre, il primo con voto elettronico, saranno utilizzate oltre 24.000 “voting machine”.

Si tratta di apparecchiature stile tablet da installare nei circa 8.000 seggi previsti. Il presidente della Regione, Roberto Maroni, ha firmato ieri il contratto di acquisto con la società olandese SmartMatic, che si era aggiudicata il bando, e ha parlato di una «forte innovazione».

L’intero pacchetto - che comprende anche il software, i sistemi di sicurezza, l’assistenza tecnica e la formazione del personale - è costato 23 milioni di euro. Secondo Maroni, è «un investimento e non una spesa, perché gli strumenti resteranno in dotazione alle scuole per l’attività didattica» dopo il referendum.

Il costo per l’organizzazione della consultazione del 22 ottobre (sostenuta da centrodestra e Movimento 5 Stelle) è noto da mesi, ma l’annuncio del governatore ha provocato anche reazioni polemiche. Su tutte, quella del Partito Democratico, che due anni fa votò contro il referendum in Aula ma i cui sindaci di capoluogo di recente si sono schierati a favore di un “Sì diverso».

«Quando dicevamo che il referendum consultivo sarebbe costato cinquanta milioni di euro - ha detto Enrico Brambilla, capogruppo consiliare del Pd - Lega e M5S ci dicevano che stavamo dando i numeri, ora si comincia a capire chi aveva fatto i conti giusti e chi no. Vanno infatti aggiunti 1,6 milioni già spesi per la prima parte della campagna di informazione istituzionale e gli altri 24,5 messi a bilancio per tutti gli altri costi».

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