Multe, ricorsi anche dai morti
Si allarga lo scandalo Polstrada

Dall’inchiesta emergono altri particolari sconcertanti. Il comandante Compostella si difende: «Ho carte che mi scagionano».

Ogni giorno emergono sempre nuove circostanze dall’inchiesta che chiama in causa la Polizia stradale di Como. Secondo i magistrati oltre a far “sparire” migliaia di multe, i vertici della sezione avrebbero anche provveduto a inoltrare centinaia di ricorsi “fantasma” su altrettante contravvenzioni comminate con autovelox e tutor. E addirittura dall’inchiesta spunta un’altra circostanza: quella secondo cui molti ricorsi, fra l’altro un pacchetto consistente depositato una domenica, sarebbero stati sottoscritti da un prestanome che però era morto due anni prima.

Dal canto suo il comandante Patrizio Compostella, agli arresti domiciliari, attraverso il suo legale, si mostra ottimista: «Ho le carte che mi scagionano» ha detto ai magistrati che oggi sentiranno il suo vice Gian Piero Pisani, unico recluso al Bassone, e gli altri indagati tra cui il funzionario medico della questura, Angela Napolitano.

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