Ricorso contro la sospensione
dopo la denuncia per spaccio

Appello all’organo di garanzia del Gallio: «Punizione diseducativa»

«Aderisco alla durezza della sanzione applicata dal Collegio Gallio alla studentessa denunciata per spaccio di droga. Ma sto preparando il ricorso nel quale chiedo di non buttare a mare una ragazza con i suoi 18 anni»: parla l’avvocato Aristide Campisani, difensore della studentessa allontanata per un anno dal Collegio, dove frequentava la quinta Liceo Linguistico e da tutte le scuole d’Italia, con esclusione dagli esami di maturità. «Non sono né dalla parte del buonismo o dell’indulgenza - premette l’avvocato -. Mi soffermo sul fatto: è stata disposta una sanzione che non ha precedenti, è davvero esemplare, il Collegio Gallio ha avuto coraggio. Ma colloca nel limbo una ragazza. Questo è pericoloso e sconvolgente». Non sarà fondato su motivi umanitari il ricorso scritto dal legale di 61 anni. Sarà invece motivato dal punto di vista giuridico: sulla scrivania, Campisani ha squadernato lo Statuto delle studentesse e degli studenti, l’ha sottolineato, e all’Organo di Garanzia dell’Istituto contesterà l’interpretazione delle norme. «Io dico - prosegue - imponetele i doveri più severi, ma rimettetela in circolo. Perché ogni punizione deve prevedere la riabilitazione. La studentessa non è come una farfalla che s’è bruciata le ali. Può volare ancora». Del resto, nella società, chissà quanti indagati e condannati sono rimasti al loro posto. Per pagare così, chi sarà mai questa ragazza, solo denunciata? «È figlia di una donna meravigliosa - spiega l’avvocato - che lavora sodo per dare tutto quanto può alla propria famiglia. Una donna che quando ha scoperto un 4 in matematica, ha dato uno schiaffone alla figlia, perché non gliel’aveva detto. Chi siamo noi, chi sono tutti, per giudicare? Chi può dire, con sicurezza, di saper proprio tutto del proprio figlio? Figli che sentono autorità dello Stato dichiarare di aver fumato spinelli. Figli ai quali televisione e società insegnano che tutto è niente».

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