Rifare piazza Cavour?
I comaschi tifano
per riportare l’acqua

Così com’è il “salotto cittadino” di Como non piace. Tanti rimpiangono di avere perduto il vecchio porto. Eppure, 12 anni fa, qualcuno tentò di restituirla al passato

Lo spunto per rinfrescare la memoria lo offrono le foto di Liliana Cerutti, che immortalano un’enorme piscina collocata nel mezzo di piazza Cavour, una delle più rappresentate e note della città eppure, sondaggi alla mano, una delle meno amate e delle più discusse, sullo sfondo di un rammarico piuttosto diffuso: quello di averla realizzata rinunciando al vecchio porto della città.

Ora: nel giugno del 2003 (periodo al quale si rifanno le foto di Liliana) Como turistica e Amici di Como (sì, sempre loro) pensarono bene di allestire un’enorme vasca di venti metri per trenta, in occasione della seconda edizione del “Como acqua festival”, declinazione estiva de “La città dei balocchi”.

Non ci fece il bagno nessuno, perché in realtà nelle intenzioni degli organizzatori doveva garantire più che altro la pratica di attività sportive, a partire dalla vela, tanto che sette giganteschi ventilatori assicurarono per tutta la durata dell’iniziativa una brezza costante e leggera, sufficiente però a spingere i piccoli “optimist”, imbarcazioni destinate ai bambini che desideravano avvicinarsi a questa disciplina. Il 12 giugno di quell’anno, poche ore prima che la vasca venisse montata, l’onnipresente Daniele Brunati annunciava l’intenzione di riportare l’acqua - al netto delle incursioni “clandestine” nel corso delle tradizionali (allora) esondazioni - «laddove storicamente è sempre stata, quando il lago ancora occupava piazza Cavour».

È confortante, peraltro, scoprire che gli anni passano ma i dibattiti restano sempre gli stessi. Anche allora si parlò della necessità di conservare un minimo di decoro, ed è ineluttabile il parallelo con le discussioni sorte in questi giorni su turisti in mutande e strapaese accanto al Tempio Voltiano. Per scongiurare il rischio che in piazza Cavour la situazione degenerasse, gli organizzatori imposero che, sobriamente, tutti i volontari che avrebbero prestato la loro opera all’Acqua festival indossassero una sobria uniforme composta di polo, cappellino e bermuda, bandendo con apposito editto costumi da bagno e infradito.

Non tutto andò per il verso giusto: con un programmone di eventi che prevedeva tornei di water volley, immersioni e un memorabile tuffo negli anni Sessanta con una esibizione live di Gian Pieretti, un minuto prima dell’inaugurazione la piscina cedette. I piedi metallici che dovevano sostenerla non ressero il peso dell’acqua, anche se poi, e per fortuna, i vigili del fuoco riuscirono a metterci una pezza. Meno facile opporsi al ministero dell’Interno, che dopo una ventina di giorni, in vista di una conferenza sull’e-government che avrebbe portato a Villa Erba qualche centinaio di ospiti da tutto il mondo - ivi compreso un folto parterre di ministri - ordinò di smantellare tutto. Al Suisse e al Barchetta erano attese le solite autorità, e il ministero temeva che qualche attentatore potesse facilmente nascondersi nella struttura che sosteneva la vasca.
R. Cro.

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