«Roma è ostile»: l’accusa lanciata dalla Russia dopo l’esclusione da una riunione sul disarmo nella capitale italiana

Esteri Le accuse di Mosca, cui ha dato voce Maria Zakharova, sono dure ma non da meno lo sono le risposte della Farnesina prima e di Crosetto, ministro della Difesa, poi. Intanto Putin continua le esercitazioni per il nucleare

La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ieri ha espresso l’accusa di Mosca nei confronti di Roma per l’esclusione della Russia dal tavolo del Gruppo internazionale contro la proliferazione nucleare (PSI, Proliferation Security initiative), organizzata proprio nella capitale italiana. Zakharova ha affermato che Mosca «considera questa mossa di Roma come ostile. Questo è un altro attacco provocatorio alla Russia».

In realtà, come è stato spiegato dal ministero degli Esteri e da un comunicato della Farnesina, l’esclusione della Russia dalla riunione era già stata annunciata ed è peraltro motivata «dalla brutale aggressione russa all’Ucraina» così come «da un atteggiamento sempre più polarizzante e non cooperativo adottato da Mosca nei principali fori internazionali di Disarmo e Non Proliferazione, da ultimo opponendosi, lo scorso agosto, all’approvazione unanime del documento finale della Conferenza di Riesame del Trattato di Non Proliferazione».

La Farnesina ricorda inoltre come anche nel 2014 e nel 2015 la Federazione Russa fosse stata esclusa da simili tavoli di lavoro, a seguito dell’intervento militare in Crimea e degli sviluppi degli scontri nel Donbass. Il comunicato si conclude così: «Sotto questo profilo, le dichiarazioni rilasciate oggi dalla Portavoce del Ministero degli Esteri russo appaiono del tutto pretestuose».

Sul tema è intervenuto anche Guido Crosetto, neo-eletto ministro della Difesa, con parole molto dure: «Ci sono momenti nella storia in cui occorre schierarsi senza se e senza ma, anche se non è facile, anche se la scelta ti lascia l’amaro in bocca - dice Crosetto in un’intervista rilasciata oggi a “La Stampa” - In questo caso, l’amaro sarebbero le sanzioni di ritorno che ci penalizzano. E questo è uno di quei momenti storici. Non è immaginabile di cedere al ricatto della Russia. E neanche ci converrebbe».

Proprio nel corso di questo testo scambio di accuse, Mosca ha reso noto a Washington, tramite il portavoce del Dipartimento di Stato americano Ned Price, l’inizio di un’operazione di esercitazione denominata Grom - nome in codice che significa “tuono”- e che coinvolgerà le forze strategiche nucleari oltre che il lancio di missili.

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