Saronno, il medico arrestato
«Alleviavo le sofferenze»

Laura Taroni si è avvalsa della facoltà concessa dalla legge. Il medico ha respinto l’accusa di omicidio volontario

Ha respinto l’accusa di omicidio volontario, Leonardo Cazzaniga, il medico arrestato per le morti in corsia all’ospedale di Saronno. Questa, a quanto si è appreso, in generale la linea difensiva ottenuta da Cazzaniga nell’interrogatorio davanti al gip durante il quale ha risposto.

Leonardo Cazzaniga, il medico arrestato per le morti in corsia all’ospedale di Saronno, durante il suo interrogatorio avrebbe spiegato che il somministrare farmaci serviva «per alleviare le sofferenze» dei pazienti. Ha respinto l’accusa di aver voluto uccidere qualcuno.

A quanto si è saputo il suo avvocato, Enza Mollica, ha presentato una istanza di arresti domiciliari.

Si è avvalsa invece della facoltà di non rispondere Laura Taroni, l’infermiera arrestata per la vicenda delle morti in corsia all’ospedale di Saronno, interrogata oggi in carcere dal Gip di Busto, Luca Labianca. . La Taroni, di Lomazzo, è detenuta nel carcere comasco del Bassone.

Oltre al Gip di Busto Arsizio, Luca Labianca, erano presenti agli interrogatori il procuratore di Busto Arsizio, Gianluigi Fontana e il Pm titolare delle indagini, Cristina Ria. In carcere ci sono anche i carabinieri che hanno svolto le indagini sfociate nell’arresto dei due per 5 omicidi. Ai due arrestati sono contestati anche altri due delitti per i quali, però, non è stata disposta la custodia cautelare. I pm avevano chiesto i domiciliari anche per il primario del pronto soccorso, Nicola Scoppetta, non concessi dal giudice.

«Non nasconderemo la polvere sotto il tappeto. Posso garantirlo: se ci sono state segnalazioni non raccolte o attività omissive, non faremo sconti a nessuno. Se emergeranno responsabilità ulteriori saremo durissimi». Lo assicura l’assessore lombardo alla Sanità, Giulio Gallera, in un’intervista alla Stampa.

«Faremo approfondimenti e trarremo le conseguenze. Attività omissive o segnalazioni non raccolte sono inaccettabili», dichiara Gallera. «Bisogna lasciar lavorare la magistratura. Ma mi stupisce molto l’immagine che sta uscendo di Saronno: un ospedale pubblico pieno di delinquenti e collusi? Oggi sembra che tutti sapessero ma oggettivamente non era così».

Sempre in un’intervista alla Stampa, il direttore generale dell’ospedale di Saronno, Giuseppe Brazzoli, racconta: «sette mesi fa, quando sono arrivato a dirigere questa struttura, il direttore sanitario e quello amministrativo mi hanno informato che c’era questa situazione aperta con le forze dell’ordine che ci chiedevano informazioni. Abbiamo fatto un pò di verifiche e capito che i reati ipotizzati erano tali da non consigliare la permanenza del dottor Cazzaniga in pronto soccorso. E neanche dell’infermiera Taroni».

Prendere un provvedimento disciplinare, spiega, «non era possibile, perché c’era appena stato un consiglio di disciplina», che aveva portato a un «nulla di fatto», e «non se ne poteva fare un altro». A decidere erano stati «la direzione sanitaria e una commissione apposita. Ora sono indagati e non per il reato principale»

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