Polstrada, lo scandalo si allarga

Spunta un’inchiesta “segreta”

Il filone comasco nasce da un’indagine a Milano avviata sull’ipotesi di corruzione. Il caso di un cittadino elvetico che aveva infranto undici volte il codice della strada.

Como

Ogni giorno la bufera che si è abbattuta sulla Polizia stradale di Como riserva nuove sorprese, mentre sale il conto del danno erariale che sarebbe stato provocato dalle azioni degli indagati. Ed escono altri particolari, come quello del cittadino svizzero che avrebbe infranto i limiti di velocità per ben 11 volte, ma in nessun caso avrebbe ricevuto le multe. Oggi il gip dovrebbe decidere sulla richiesta di sospensione degli agenti e funzionari coinvolti.

Il troncone milanese

Intanto emerge che l’attuale inchiesta è figlia di un’altra, aperta la scorsa estate, per corruzione. Le indagini erano partite dopo che la Procura di Milano aveva inviato sul Lario, per competenza, una serie di atti emersi in un fascicolo aperto per possibili reati contro la pubblica amministrazione.

«Indizi gravi» li ha definiti il pubblico ministero nell’ordinanza, al punto da aver convinto l’ufficio gip a concedere alla Procura di mettere sotto intercettazione il telefono di Gian Piero Pisani, vicecomandante della polizia stradale comasca, con l’ipotesi di reato di corruzione per l’esercizio della funzione.

Solo nel corso dell’ascolto delle telefonate dell’ispettore - tuttora in carcere al Bassone con l’accusa di falso, abuso d’ufficio, peculato e calunnia - l’attenzione degli investigatori si è spostata sulle 1.500 multe occultate, sul presunto utilizzo dell’auto di servizio per scopi personali, sulle contravvenzioni agli agenti cancellate, sulla sospetta falsificazione del rapporto di un incidente stradale in cui era coinvolto il figlio dell’ufficiale medico della Questura.

In realtà l’indagine da cui tutto a tratto origine non sarebbe chiusa. Anzi, l’intercettazione avrebbe «evidenziato ipotesi di reato ancora suscettibili di valutazione e oggetto di complesse indagini tuttora in corso».

Il ministero

Il giorno successivo gli arresti e le perquisizioni, a cui ha preso parte anche il capo compartimento della Polstrada Lombardia, il generale Piero Caramelli, in via Italia Libera sono arrivati gli ispettori inviati proprio dai vertici lombardi della stessa Stradale e dal ministero dell’Interno. Motivo dell’ispezione il controllo su tutta l’attività della sezione comasca durante gli anni di reggenza dell’attuale comandante - ora sospeso dal servizio in via cautelare - Patrizio Compostella.Gli ispettori stanno passando al setaccio tutte le multe, i servizi autovelox, i verbali, gli accertamenti compiuti negli ultimi anni.

Altri particolari e le novità su La Provincia in edicola

© RIPRODUZIONE RISERVATA