Scelte quattro sedi
per vaccini “di massa”
Il via entro un mese

Spazi a Como, Erba, Lurate e in Val d’Intelvi. Saranno in grado di accogliere oltre 6.300 al giorno

Como

Tra la fine di marzo e l’inizio di aprile la Regione conta di far partire le vaccinazioni di massa in quattro sedi sul territorio comasco: piazza D’Armi a Muggiò, Lariofiere a Erba, la Pro Loco di Lurate Caccivio e l’oratorio di Centro Valle Intelvi.

Ieri la giunta regionale ha approvato la delibera relativa al piano vaccinale. Dopo molte ipotesi e discussioni sono stati definiti i grandi centri vaccinali. Gli hub di Muggiò e di Erba avranno 18 postazioni l’uno e si potranno fare in ogni sede fino a 2.484 vaccinazioni al giorno, i punti di Lurate e della Val d’Intelvi 5 postazioni e fino a 690 persone al giorno. Quindi in questi quattro hub un totale di oltre 6.300 vaccinazioni al giorno.

«Questi hub affiancheranno i punti vaccinali già esistenti e gli ospedali - spiega la Regione - Immaginando uno sforzo anche dei medici di famiglia, in un modello misto con gli ospedali privati, le farmacie, le aziende». Ribadito l’obiettivo: vaccinare i lombardi entro giugno. Per riuscirci si conta di proteggere «170mila persone al giorno» (140mila negli hub e 30mila tramite strutture sanitarie private, medici e farmacie).

Il caso Villa Erba

Nelle prossime settimane con i Comuni è possibile che si organizzino altri centri più piccoli, verranno inoltre attivate delle unità mobili. Sulla scelta degli hub, intanto, il deputato lariano di Fratelli d’Italia Alessio Butti fa notare l’assenza di villa Erba, scartata dopo le critiche mosse circa i costi dell’affitto, e aggiunge che «la zona del canturino e marianese è completamente scoperta». Le minoranze, dal Pd al M5S, ricordano invece che questo è ormai il quinto piano vaccinale presentato e che le vaccinazioni sono in forte ritardo. Segnalano inoltre che a Como non sono ancora stati coinvolti gli ospedali privati per somministrare i vaccini.

Dubbi sui tempi

Per quanto riguarda il programma, poche le certezze: dalla prossima settimana si inizia con gli insegnati e il settore universitario, inoltre a giorni i vaccini arrivano nelle carceri, mentre la fase degli over 80 dovrebbe esaurirsi entro marzo. Quanto ai malati cronici, si parla di avvio entro questo mese. I grandi hub dovrebbero aprire entro l’inizio di aprile per raggiungere tutta la restante popolazione (tante le incognite, va detto per esempio che nessuno ha più fatto cenno a una corsia prioritaria per la fascia 70-80 anni). Il nodo, ripetono dal Pirellone, è l’effettiva consegna delle dosi. Per la fase di massa Poste Italiane ha messo a disposizione una piattaforma per potenziare i sistemi di adesione e prenotazione, con un futuro accesso anche tramite uffici, call center e postini, avendo la possibilità di fissare quattro appuntamenti per fare la vaccinazione e non uno soltanto. La piattaforma online dell’azienda regionale Aria andrà dunque in pensione.

Affinché la macchina regga c’è però un forte bisogno di vaccinatori, il personale non è sufficiente. Il consulente per la campagna vaccinale regionale Guido Bertolaso ha alzato la voce sul tema degli specializzandi in Medicina:«I rettori non ci hanno risposto e gli studenti dicono che vaccinare è un’attività formativa denigrante». Ha dunque ricordando che esiste un obbligo e si può procedere con la precettazione.

«Non serve fare polemica sui vaccini - ha detto il nuovo direttore generale al Welfare Giovanni Pavesi -. Dobbiamo aggredire le singole categorie e completarle». Sempre Pavesi ha precisato che le farmacie verranno coinvolte solo quando arriverà il vaccino di Johnson&Johnson (necessita di una sola dose) e che è in corso un dialogo con le categorie datoriali per fare i vaccini nelle aziende tramite i medici del lavoro.

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