Sciopero dei treni, i pendolari
«Paghiamo solo noi, sindacati penosi»

Disagi alle 18, alla ripresa del servizio da Milano, quando i pochi convogli disponibili sono stati presi d’assalto da migliaia di viaggiatori diretti verso casa

Sciopero dei sindacati di base, mezzi in tilt. L’ira dei pendolari contro Usb, Cub e Cobas al termine della giornata di agitazione nazionale proclamata per tutti i settori, compreso quello dei trasporti pubblici che ha provocato i disagi maggiori ai pendolari.

Secondo i promotori la partecipazione è stata massiccia, oltre il 50% per i mezzi pubblici, al contrario aziende come Trenord sostengono che il blocco non c’è stato e che nella giornata un numero ridotto di corse ha assicurato agli utenti la possibilità di viaggiare.

Per i comaschi l’avventura più terribile è stata al ritorno, alle 18, alla ripresa del servizio in stazioni come Milano Cadorna: folle di passeggeri in attesa anche da ore hanno tentato di salire contemporaneamente sui vagoni. Risultato: risse e viaggi inscatolati come sardine. E pensare che causa del maltempo sindaci e autorità, nei giorni scors,i avevano chiesto ai sindacati di base di rimandare lo sciopero.

La furia dei pendolari si è scatenata sui social network. «All’andata le partenze sono state più scaglionate ma al ritorno è stato un bagno di sangue. L’utenza di tre, quattro treni si è riversata insieme sui treni delle 18 alla ripresa delle corse». «I sindacati? Come si fa a non insultarli, sono penosi. Fasce protette un corno».

«Continuare a scioperare con queste modalità non serve a nulla. Si crea solo disagio a chi si alza ogni mattina per andare a lavorare». Il prossimo venerdì 5 dicembre altro sciopero generale indetto dalla Cgil.

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