Scomparso dopo il delitto
«Trappola per mio fratello»

Mozzate, parla la sorella dell’ultimo fidanzato di Lidia Nusdorfi, uccisa alla stazione di Mozzate. Dal suo telefonino il messaggio che attirò la vittima in stazione

«Mio fratello è una vittima, finito in una trappola come Lidia».

Simona è a pezzi. Da cinque settimane suo fratello, Silvio Mannina, 30 anni, di Bologna, è scomparso.

E la sua sparizione è legata all’omicidio di Lidia Nusdorfi, la donna uccisa nel sottopasso della stazione di Mozzate, la sera del 1 marzo scorso. Per questo delitto è in carcere Dritan Demiraj, 29 anni, ex convivente di Lidia, dalla quale ha avuto anche un figlio: l’uomo ha confessato.

Silvio è l’uomo cui Lidia si era legata dopo la fine della storia con Dritan: e proprio dal telefonino di Silvio è partito il messaggio, tramite l’applicazione WhatsApp, con la quale la giovane donna è stata attirata nella trappola mortale alla stazione.

Silvio Mannina, però, a Mozzate non sarebbe mai arrivato. Le sue tracce si perdono a Rimini, dove era stato attirato con una serie di messaggi da una donna che diceva di essere Monica Sanchi, ultima fiamma proprio di Dritan.

«È una vittima, vivo o morto che sia - spiega ancora la sorella Simona - Spero che non sia morto, ma sono passati troppi giorni. I carabinieri, da quanto ne so, lo stanno cercando da vivo. Per quanto riguarda le indagini, non si sa nulla delle verifiche sul computer e delle tracce trovate sull’automobile usata da Dritan per venire a Mozzate».

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