Se i tedeschi ci copiano la Casa del fascio

A Pforzheim un palazzo simile al capolavoro razionalista: sul web è polemica
Daverio: «È un omaggio». Attilio Terragni: «Imitazione mediocre»

«I mediocri imitano, solo i grandi copiano», così rispondeva Picasso a chi lo accusava di plagio.

La citazione torna attuale quando si scopre che a Pforzheim, cittadina tedesca fra Karlshrue e Stoccarda, si trova un edificio uguale a Palazzo Terragni. Appare identico non solo a occhi profani: “Archiobjects”, magazine online di architettura e design, ha pubblicato un articolo dal titolo: “Is this building a clamorous copy of Terragni’s Casa del Fascio?”.

«È difficile non pensare all’opera razionalista - si legge - quando si guarda la costruzione dello studio Freivogel-Architekten. La “Casa del Fascio” sembra aver contagiato gli architetti e la composizione della facciata». Le proporzioni cambiano, la struttura teutonica è quasi alta il doppio, ma le somiglianze sono impressionanti. «Non voglio credere - scrive l’autore - che non lo sapessero, che abbiano preso sperando di non essere scoperti. Penso sia una dichiarazione chiara e semplice di amore».

Il contenuto dell’articolo, pubblicato sulla pagina Facebook del “Maarc - Museo Virtuale Astrattismo Architettura Razionalista Como”, è oggetto di discussioni fra chi apprezza e chi detesta la copia.

«Non c’è nulla di più corretto d’inventare elementi replicati poi da altri», parola di Philippe Daverio. «Quando qualcuno introduce uno stilema nuovo, è naturale sia ripreso. Si parla di architettura, non è mica una “scultorina” di una signora che si gratta la testa. La vera opera d’arte è capace di contaminare. È un bel complimento all’edificio comasco, in grado di essere virale: se ci mettiamo a cercare in Europa, ne troviamo tanti come quello vicino a Stoccarda. Non è detto poi siano rifacimenti veri e propri, possono essere risultanze di un seme analogo. Ed è normale, quando si tratta di qualcosa d’importante».Una copia, nel senso più nobile del termine? «La chiave è la differenza fra imitazione e copia - spiega Attilio Terragni, nipote del realizzatore del palazzo omonimo comasco - la prima significa banalizzare un’opera prendendo a prestito le forme, nel secondo caso, invece, vuol dire comprenderne appieno lo spirito. Non ho visto il rifacimento tedesco dal vivo. Dalle foto, mi sembra proprio un’imitazione mediocre».

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