Segreto bancario addio
La Svizzera sigla l’accordo

Intesa a Parigi con i Paesi Ocse. Scambio di informazioni a partire da dicembre 2015

Segreto bancario addio. La Svizzera ha firmato un accordo con l’Ocse per lo scambio automatico di informazioni, sancendo di fatto la fine di un’era e stringendo sempre di più il cerchio intorno agli evasori che avevano fatto della federazione elvetica il loro paradiso fiscale

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Una mossa in qualche modo attesa e su cui la Svizzera stava lavorando da tempo, portando avanti trattative sia con i singoli Paesi, a cominciare dall’Italia, che a livello internazionale, ma non per questo meno epocale.

L’intesa, siglata a Parigi in occasione dell’ interministeriale Ocse, riguarda tutti i 34 Paesi aderenti all’organizzazione, ma anche Stati non membri, fra cui Singapore, Cina, Brasile e Costa Rica. Altri, come Panama e Dubai ad esempio, potrebbero seguire nei prossimi mesi, almeno per evitare di finire nella lista nera che l’Ocse si appresta a stilare entro la fine dell’anno e che comporterà anche sanzioni da parte del G20.

L’accordo non fissa alcun termine entro il quale adeguarsi concretamente agli standard internazionali di scambio automatico, ma la data ultima indicata negli accordi precedenti per riportare nel paese di origine i dati degli investitori è stata finora quella del settembre 2017. La richiesta di informazioni potrà comunque iniziare a partire da dicembre del 2015.

La scelta della Svizzera rappresenta per l’Italia un enorme passo avanti nella lotta all’evasione fiscale che aveva visto gli ultimi governi impegnati nel tentativo di far rientrare nei confini nazionali i capitali detenuti all’estero. Il decreto in materia varato dal governo Letta a inizio gennaio è stato poi stralciato alla Camera, in attesa di una ridefinizione in un ddl di iniziativa parlamentare che potrebbe ora registrare un’accelerazione proprio grazie alle novità in arrivo da Berna

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