Soldi dall’Azerbaijan all’ex deputato
Niente corruzione, c’è l’immunità

Il giudice per le udienze preliminari di Milano ha rinviato a giudizio l’ex parlamentare comasco dell’Udc Luca Volontè con l’accusa di riciclaggio, mentre ha dichiarato il «non luogo a procedere» per quanto riguarda il reato più grave, quello di corruzione.

L’intera vicenda si riferisce all’inchiesta aperta dalla Procura di Milano su una “donazione” da 2 milioni e 390mila euro ricevuta attraverso una serie di bonifici - tra il 2012 e il 2014 - a due realtà riconducibili a Volontè: la Lgv e la fondazione Novae Terrae. Quei soldi, secondo l’accusa, provenivano da due società inglesi intermediarie di una società di telecomunicazioni azera.

Ma perché tutto quel denaro? Secondo la Procura di Milano il denaro era in realtà una tangente pagata dal governo dell’Azerbaijan per assicurare «il proprio sostegno» in Europa «alle posizioni politiche dello Stato straniero», per dirla con il capo d’accusa.

Al centro di tutta la vicenda un delicato rapporto molto duro contro il governo di Baku relativo ai prigionieri politici in Azerbaijan e la votazione di una risoluzione di condanna in seno al Consiglio d’Europa. La Procura accusava l’ex parlamentare di aver sostanzialmente lavorato per «orientare le votazioni» su quel rapporto particolarmente inviso all’Azerbaijan, rapporto poi effettivamente bocciato.

Il giudice delle udienze preliminari ha deciso di non procedere per la corruzione per via dell’immunità accordata ai membri del Consiglio d’Europa, mentre ha rinviato a giudizio Volontè per riciclaggio.

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